Gennaro Gattuso, commissario tecnico della Nazionale italiana, ha rilasciato un'intervista a Radio 1 Rai, a poche ore dalla partita con l'Estonia a Tallin: "Questa sera voglio una Nazionale di coraggiosi, ma i ragazzi devono sapere annusare il pericolo. È questo l'aspetto che dobbiamo migliorare. So che la mia immagine da calciatore è stata forte, il soprannome Ringhio ancora me lo porto dietro, io vado comunque avanti, credo nel mestiere che faccio oramai da anni. Retegui? Lì ci sono 8 o 9 squadre che valgono le nostre. L'unica differenza è l'orario di allenamento: noi ci alleniamo di mattina e lì nel tardo pomeriggio. L'unica difficoltà è che si deve sobbarcare un viaggio lungo per rispondere alle convocazioni, ma non può essere un problema. Il percorso è lungo, ma dobbiamo ritornare quelli che eravamo prima. Noi eravamo un'eccellenza nella scuola dei portieri, eravamo un'eccellenza nel modo di difendere e cambiando il modo di stare in campo, provando a fare qualcosa di diverso, abbiamo perso questa forza. Dobbiamo ritornare a fare cose che abbiamo smesso di fare. Si giocava di reparto e ora invece si difende in maniera diversa, a campo aperto uno contro uno correndo dei rischi. Dobbiamo ritornare a quella che era la forza azzurra, al blocco difensivo italiano che tutti nel mondo temevano".
di Napoli Magazine
11/10/2025 - 15:11
Gennaro Gattuso, commissario tecnico della Nazionale italiana, ha rilasciato un'intervista a Radio 1 Rai, a poche ore dalla partita con l'Estonia a Tallin: "Questa sera voglio una Nazionale di coraggiosi, ma i ragazzi devono sapere annusare il pericolo. È questo l'aspetto che dobbiamo migliorare. So che la mia immagine da calciatore è stata forte, il soprannome Ringhio ancora me lo porto dietro, io vado comunque avanti, credo nel mestiere che faccio oramai da anni. Retegui? Lì ci sono 8 o 9 squadre che valgono le nostre. L'unica differenza è l'orario di allenamento: noi ci alleniamo di mattina e lì nel tardo pomeriggio. L'unica difficoltà è che si deve sobbarcare un viaggio lungo per rispondere alle convocazioni, ma non può essere un problema. Il percorso è lungo, ma dobbiamo ritornare quelli che eravamo prima. Noi eravamo un'eccellenza nella scuola dei portieri, eravamo un'eccellenza nel modo di difendere e cambiando il modo di stare in campo, provando a fare qualcosa di diverso, abbiamo perso questa forza. Dobbiamo ritornare a fare cose che abbiamo smesso di fare. Si giocava di reparto e ora invece si difende in maniera diversa, a campo aperto uno contro uno correndo dei rischi. Dobbiamo ritornare a quella che era la forza azzurra, al blocco difensivo italiano che tutti nel mondo temevano".