NAPOLI - Dopo le due settimane avvelenate dall'entrata a gamba tesa di Conte, a seguito della sconfitta al Dall'Ara, serviva una vittoria che, per fortuna, è arrivata dopo un bel primo tempo che ha visto un'Atalanta annichilita sotto i colpi di Neres e Noa Lang. Un Napoli tutt'altro che morto, nè con le sembianze di un cadavere da trascinare e per nulla bisognoso di un trapianto di cuore. Va detto subito che la scelta di tornare alla difesa a tre, come all'inizio dell'avventura del tecnico leccese all'ombra del Vesuvio, ha portato i frutti sperati. Secondo l'allenatore - come sottolineato senza giri di parole uscendo dalla Press Conference -, alla stampa non frega niente degli infortuni che stanno condizionando il cammino del Napoli, quasi dimenticando che si gioca ogni tre giorni. Onestamente dispiace questa frase che fa di tutta l'erba un fascio, anche perchè per quel che riguarda "Napoli Magazine", che dirigo dal 1998 con massimo impegno e professionalità, abbiamo sempre fatto dell'equilibrio il nostro modus operandi. Nessuno si è dimenticato degli infortuni che stanno frenando la squadra da agosto e, senza Anguissa, il tecnico è stato bravo a risistemare l'assetto a centrocampo, dando respiro a Di Lorenzo (schierato più alto rispetto alla linea difensiva). E' stata una partita dai due volti. Nel secondo tempo l'inserimento di Scamacca ha permesso ai padroni di casa di trovare il gol della bandiera, oltre che di continuare a presentarsi nei pressi dell'area di Milinkovic-Savic. Napoli in sostanziale controllo, con qualche brivido: ripenso al colpo di testa sempre di Scamacca, ma anche al tiro di De Ketelaere di poco alto, oltre alle solite percussioni (inefficaci stavolta) di Lookman e (nel finale) di Samardzic. La prudenza di Palladino ha premiato il Napoli nel primo tempo, che sostanzialmente ha fatto ciò che doveva. Neres e Lang, finora utilizzati pochissimo da Conte, hanno risposto con una prestazione maiuscola. Bravi anche Hojlund e Di Lorenzo in formato assistman. Con gli esterni rapidi, si sa, che si riesce a dare maggiore ampiezza al gioco, liberando occhi e gambe avversarie intorno alla punta centrale, in questo caso Hojlund. Il danese, autore di una prestazione generosa, ha dovuto vedersela con il solito Hien, mai domo. Ho gradito anche alcune sostituzioni: gli inserimenti di Elmas (quando Lang aveva dato tutto), Juan Jesus (in via preventiva per non tirare troppo la corda con Rrahmani) e Mazzocchi (per limitare Bellanova) sono state letture oculate. Politano, invece, e' apparso ancora stanco, complici gli impegni con la Nazionale, mentre Lucca non è riuscito ancora una volta a trovare la propria strada (tra stop e tentativi di conclusione errati non proprio un bel vedere). Se Buongiorno e' apparso in lieve ripresa, Rrahmani non ha brillato per reattivita' su Scamacca, cosi' come Beukema in alcuni frangenti. Qual è il vero Napoli? Di sicuro con tre gol di vantaggio si e' concesso troppo agli avversari, che ormai non avevano piu' nulla da perdere. Sta di fatto che i rischi corsi non sono stati tantissimi. Magari Conte, che ha tenuto ad evidenziare il suo splendido rapporto diretto e "molto forte" con la squadra che lo apprezza, stando a quanto detto da lui in sala stampa, saprà come restituire costanza di rendimento al gruppo. D'altronde anche ADL lo ha nuovamente elogiato pubblicamente su X. E se si vince, c'è poco da aggiungere. Niente rose e fiori, nessun sorriso per i mass media da parte del sergente di ferro, solo bastone, concretezza e risultati. La carota evidentemente sarà arrivata ai giocatori, viste le risposte giunte dal campo, in uno Stadio Maradona gelido per il freddo ma carico d'energia positiva (al di la' della scossa di terremoto delle 18:55). E se il Napoli è lì in vetta va bene così. Il contorno ce lo facciamo piacevolmente scivolare addosso. Non c'è tempo per fossilizzarsi troppo, si torna in campo e si correrà tra mille impegni. Champions, campionato, Coppa Italia e Supercoppa italiana, ne vedremo delle belle, a ritmi serratissimi. Se si vince sempre, anche senza sorrisi in pubblico dell'allenatore, ci metto la firma.

di Napoli Magazine
23/11/2025 - 08:00
NAPOLI - Dopo le due settimane avvelenate dall'entrata a gamba tesa di Conte, a seguito della sconfitta al Dall'Ara, serviva una vittoria che, per fortuna, è arrivata dopo un bel primo tempo che ha visto un'Atalanta annichilita sotto i colpi di Neres e Noa Lang. Un Napoli tutt'altro che morto, nè con le sembianze di un cadavere da trascinare e per nulla bisognoso di un trapianto di cuore. Va detto subito che la scelta di tornare alla difesa a tre, come all'inizio dell'avventura del tecnico leccese all'ombra del Vesuvio, ha portato i frutti sperati. Secondo l'allenatore - come sottolineato senza giri di parole uscendo dalla Press Conference -, alla stampa non frega niente degli infortuni che stanno condizionando il cammino del Napoli, quasi dimenticando che si gioca ogni tre giorni. Onestamente dispiace questa frase che fa di tutta l'erba un fascio, anche perchè per quel che riguarda "Napoli Magazine", che dirigo dal 1998 con massimo impegno e professionalità, abbiamo sempre fatto dell'equilibrio il nostro modus operandi. Nessuno si è dimenticato degli infortuni che stanno frenando la squadra da agosto e, senza Anguissa, il tecnico è stato bravo a risistemare l'assetto a centrocampo, dando respiro a Di Lorenzo (schierato più alto rispetto alla linea difensiva). E' stata una partita dai due volti. Nel secondo tempo l'inserimento di Scamacca ha permesso ai padroni di casa di trovare il gol della bandiera, oltre che di continuare a presentarsi nei pressi dell'area di Milinkovic-Savic. Napoli in sostanziale controllo, con qualche brivido: ripenso al colpo di testa sempre di Scamacca, ma anche al tiro di De Ketelaere di poco alto, oltre alle solite percussioni (inefficaci stavolta) di Lookman e (nel finale) di Samardzic. La prudenza di Palladino ha premiato il Napoli nel primo tempo, che sostanzialmente ha fatto ciò che doveva. Neres e Lang, finora utilizzati pochissimo da Conte, hanno risposto con una prestazione maiuscola. Bravi anche Hojlund e Di Lorenzo in formato assistman. Con gli esterni rapidi, si sa, che si riesce a dare maggiore ampiezza al gioco, liberando occhi e gambe avversarie intorno alla punta centrale, in questo caso Hojlund. Il danese, autore di una prestazione generosa, ha dovuto vedersela con il solito Hien, mai domo. Ho gradito anche alcune sostituzioni: gli inserimenti di Elmas (quando Lang aveva dato tutto), Juan Jesus (in via preventiva per non tirare troppo la corda con Rrahmani) e Mazzocchi (per limitare Bellanova) sono state letture oculate. Politano, invece, e' apparso ancora stanco, complici gli impegni con la Nazionale, mentre Lucca non è riuscito ancora una volta a trovare la propria strada (tra stop e tentativi di conclusione errati non proprio un bel vedere). Se Buongiorno e' apparso in lieve ripresa, Rrahmani non ha brillato per reattivita' su Scamacca, cosi' come Beukema in alcuni frangenti. Qual è il vero Napoli? Di sicuro con tre gol di vantaggio si e' concesso troppo agli avversari, che ormai non avevano piu' nulla da perdere. Sta di fatto che i rischi corsi non sono stati tantissimi. Magari Conte, che ha tenuto ad evidenziare il suo splendido rapporto diretto e "molto forte" con la squadra che lo apprezza, stando a quanto detto da lui in sala stampa, saprà come restituire costanza di rendimento al gruppo. D'altronde anche ADL lo ha nuovamente elogiato pubblicamente su X. E se si vince, c'è poco da aggiungere. Niente rose e fiori, nessun sorriso per i mass media da parte del sergente di ferro, solo bastone, concretezza e risultati. La carota evidentemente sarà arrivata ai giocatori, viste le risposte giunte dal campo, in uno Stadio Maradona gelido per il freddo ma carico d'energia positiva (al di la' della scossa di terremoto delle 18:55). E se il Napoli è lì in vetta va bene così. Il contorno ce lo facciamo piacevolmente scivolare addosso. Non c'è tempo per fossilizzarsi troppo, si torna in campo e si correrà tra mille impegni. Champions, campionato, Coppa Italia e Supercoppa italiana, ne vedremo delle belle, a ritmi serratissimi. Se si vince sempre, anche senza sorrisi in pubblico dell'allenatore, ci metto la firma.
