NAPOLI - L’assenza contemporanea di Buongiorno, Rrahmani, Olivera e Spinazzola (e quella di Beukema prudenzialmente decisa da Conte in vista della sfida Champions contro lo Sporting Lisbona) è stata sicuramente decisiva nella prima, dolorosa sconfitta degli azzurri in campionato. Ma è evidente che il Napoli di quest’anno, oltre ai ricorrenti infortuni, abbia altri problemi che Conte dovrà risolvere al più presto possibile. Mi riferisco alla mancata compattezza della squadra a centrocampo e allo scarso filtro che quel reparto riesce a fornire alla difesa. La presenza di De Bruyne, grandissimo campione, in un certo senso ha rotto quel meccanismo quasi perfetto che lo scorso anno aveva rappresentato la fortuna del Napoli. Da quando il belga è stato inserito nel tessuto della squadra sono emersi due problemi estremamente significativi: lo spaesamento di McTominay, uno dei protagonisti assoluti della scorsa stagione e la mancanza di incisività offensiva sulla fascia sinistra. Lo scozzese, è evidente, soffre tatticamente per la ‘scomoda’ presenza al suo fianco di De Bruyne. McTominay sembra aver smarrito quella personalità forte e dirompente, quella forza esplosiva sulla trequarti del terreno di gioco che lo aveva reso un avversario immarcabile per qualsiasi avversario. Oggi lo scozzese è la brutta copia di quel magnifico giocatore ammirato fino a maggio scorso. A volte vaga per il campo, non sa dove andarsi a posizionare, non capisce se deve fare il centrocampista dedito alle proiezioni offensive oppure se debba lanciarsi in improbabili affondi sulla riga sinistra del terreno di gioco. Risultato finale: McTominay non è più se stesso e non riesce neppure a reinventarsi un…Kvaratskhelia e a promuovere in quel ruolo giocate determinanti. A questo si aggiunge l’assenza nello schieramento del Napoli di un esterno offensivo di ruolo. Non c’è nessuno che faccia quel tipo di lavoro perché non c’è spazio in formazione per un calciatore con quelle caratteristiche. Per schierare Neres o Lang bisognerebbe inevitabilmente privarsi o di De Bruyne o di McTominay e questo Conte ha ovviamente difficoltà a farlo. E allora? Quale potrebbe essere la soluzione? È difficile dirlo. Teoricamente si potrebbe arretrare De Bruyne per piazzarlo davanti alla difesa e affidargli l’incarico di playmaker (quello che fa già ora in alcuni momenti della partita). Ma allora non ci sarebbe spazio per Lobotka. È come ci si potrebbe privare della lucidità, del dinamismo e dell’agilità dello slovacco? Altra possibilità: alternare KDB e McTominay (uno, quest’ultimo, al quale Conte non rinuncerebbe mai…), utilizzando Neres o Lang sulla fascia sinistra e tornando al 4-3-3 che tante soddisfazioni (e tanti punti…) ha dato lo scorso anno. Insomma all’allenatore tocca scegliere e utilizzare gli accorgimenti giusti per riportare la squadra ad avere quella compattezza e quella fluidità di gioco che sembra essere andata smarrita. Quanto alla sconfitta con il Milan é inutile prendersela con Marianucci. È la quinta scelta in difesa e un motivo ci sarà pure. Conte avrebbe voluto addestrarlo ancora di più e meglio prima di mandarlo in campo, ma é stato praticamente costretto a lanciarlo prematuramente nella mischia. Sparare ora a zero sul giocatore non serve a nulla, eventualmente solo a rallentarne la crescita. E il Napoli non ha certamente bisogno di questo per risolvere i suoi problemi.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
30/09/2025 - 09:01
NAPOLI - L’assenza contemporanea di Buongiorno, Rrahmani, Olivera e Spinazzola (e quella di Beukema prudenzialmente decisa da Conte in vista della sfida Champions contro lo Sporting Lisbona) è stata sicuramente decisiva nella prima, dolorosa sconfitta degli azzurri in campionato. Ma è evidente che il Napoli di quest’anno, oltre ai ricorrenti infortuni, abbia altri problemi che Conte dovrà risolvere al più presto possibile. Mi riferisco alla mancata compattezza della squadra a centrocampo e allo scarso filtro che quel reparto riesce a fornire alla difesa. La presenza di De Bruyne, grandissimo campione, in un certo senso ha rotto quel meccanismo quasi perfetto che lo scorso anno aveva rappresentato la fortuna del Napoli. Da quando il belga è stato inserito nel tessuto della squadra sono emersi due problemi estremamente significativi: lo spaesamento di McTominay, uno dei protagonisti assoluti della scorsa stagione e la mancanza di incisività offensiva sulla fascia sinistra. Lo scozzese, è evidente, soffre tatticamente per la ‘scomoda’ presenza al suo fianco di De Bruyne. McTominay sembra aver smarrito quella personalità forte e dirompente, quella forza esplosiva sulla trequarti del terreno di gioco che lo aveva reso un avversario immarcabile per qualsiasi avversario. Oggi lo scozzese è la brutta copia di quel magnifico giocatore ammirato fino a maggio scorso. A volte vaga per il campo, non sa dove andarsi a posizionare, non capisce se deve fare il centrocampista dedito alle proiezioni offensive oppure se debba lanciarsi in improbabili affondi sulla riga sinistra del terreno di gioco. Risultato finale: McTominay non è più se stesso e non riesce neppure a reinventarsi un…Kvaratskhelia e a promuovere in quel ruolo giocate determinanti. A questo si aggiunge l’assenza nello schieramento del Napoli di un esterno offensivo di ruolo. Non c’è nessuno che faccia quel tipo di lavoro perché non c’è spazio in formazione per un calciatore con quelle caratteristiche. Per schierare Neres o Lang bisognerebbe inevitabilmente privarsi o di De Bruyne o di McTominay e questo Conte ha ovviamente difficoltà a farlo. E allora? Quale potrebbe essere la soluzione? È difficile dirlo. Teoricamente si potrebbe arretrare De Bruyne per piazzarlo davanti alla difesa e affidargli l’incarico di playmaker (quello che fa già ora in alcuni momenti della partita). Ma allora non ci sarebbe spazio per Lobotka. È come ci si potrebbe privare della lucidità, del dinamismo e dell’agilità dello slovacco? Altra possibilità: alternare KDB e McTominay (uno, quest’ultimo, al quale Conte non rinuncerebbe mai…), utilizzando Neres o Lang sulla fascia sinistra e tornando al 4-3-3 che tante soddisfazioni (e tanti punti…) ha dato lo scorso anno. Insomma all’allenatore tocca scegliere e utilizzare gli accorgimenti giusti per riportare la squadra ad avere quella compattezza e quella fluidità di gioco che sembra essere andata smarrita. Quanto alla sconfitta con il Milan é inutile prendersela con Marianucci. È la quinta scelta in difesa e un motivo ci sarà pure. Conte avrebbe voluto addestrarlo ancora di più e meglio prima di mandarlo in campo, ma é stato praticamente costretto a lanciarlo prematuramente nella mischia. Sparare ora a zero sul giocatore non serve a nulla, eventualmente solo a rallentarne la crescita. E il Napoli non ha certamente bisogno di questo per risolvere i suoi problemi.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
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