NAPOLI - Archiviata la trionfale notte europea con il Liverpool che vale già mezzo biglietto per gli ottavi di Champions, il Napoli si rituffa nel campionato e la trasferta di Lecce sarà già un banco di prova per testare e capire a che punto e' la ricerca di equilibrio della squadra di Ancelotti. Anche mercoledì non sono mancate infatti delle sbandate nella fase difensiva, poi rimediate con le parate di uno strepitoso Meret e le imperiose chiusure del ritrovato Koulibaly, uno che per le solite schizofrenie mediatiche da bar-sport era finito sotto processo per un'autorete che può capitare a chiunque ma che - per chi lo avesse scordato - rimane il più forte centrale del mondo. A Lecce non ci sarà Manolas ma Maksimovic ha le qualità per non far rimpiangere l'ex romanista.
A sinistra l'ottimo Mario Rui visto con il Liverpool potrebbe presto scavalcare nelle gerarchie l'ancora evanescente Ghoulam, ad oggi ombra del grande giocatore che era primo dell'infortunio e sul quale già si addensano i primi rumors di chi ne profetizza una cessione a giugno. Le perplessità non si diradano e non a caso Giuntoli in estate ci ha provato sul serio per Mendy ma poi il Real Madrid ha sparigliato per l'inarrivabile cifra di 48 milioni.
Intanto a metà campo il talentuoso Elmas, sfrontato e autorevole, mette già d'accordo tutti, al contrario di Zielinsky che rischia di perdere minutaggio perche' il leitmotiv del polacco e' sempre lo stesso: lampi ad intermittenza, gran potenziale ma poca continuità e un'atavica fatica a trovare un ruolo congeniale. Chi partirà dalla panchina nella trasferta pugliese e' l'eterno Mertens, anima del Napoli che merita un record di reti ormai prossimo. A dispetto di chi parla di offerte al belga per prolungare il contratto, la verità e' che sinora il rinnovo di Mertens e' lontano ma il belga - quest'anno senza le fatiche mondiali del 2018 - ha ancora gamba, carattere, ma soprattutto ha la leadership nello spogliatoio e un cuore da leone per restare in una città che lo ama.
Lecce sarà soprattutto le domenica del rientro di Milik, croce e delizia dell'attacco azzurro, oscurato ogni estate dai sogni di mercato puntualmente sfumati. Dalla verve dell'ex Ajax e dalla sua continuità sotto porta passerà gran parte del destino di una stagione che ha molte probabilità di veder arrivare il Napoli agli ottavi (o magari ai quarti) di Champions, con una Coppa Italia in cui mirare alla finale e un campionato dove il terzo posto e' in cassaforte e l'aspettativa ad oggi e' quella di non perdere troppo terreno dalle due contendenti per il titolo Juve e Inter.
Il bivio di Milik, con un rinnovo in stand by e la pressione ora tutta sulle sue spalle, sarà anche il crocevia della stagione azzurra. Lo aspetta un'annata da indisturbato protagonista, dove tutto al più si alternerà con Mertens e potrebbe lasciare qualche volta i 15-20 minuti finali che puo' dare Llorente alzandosi dalla panchina, ma senza l'ombra ingombrante di un'altra punta centrale importante e competitiva che possa togliere spazio al polacco, affiancarlo o contendergli la maglia. Sfumato Icardi, che ha preferito parcheggiarsi per un paio di mesi a Parigi, il Napoli ha scelto di tenere il tesoretto in cassa e di non cercare quell'attaccante di qualità da contrapporre ai vari Ronaldo e Lukaku, che avrebbe infiammato la piazza e che probabilmente avrebbe spinto gli azzurri a pieno titolo dentro la lotta scudetto con la fortunata ma non invincibile Juve di Sarri e la sempre più solida Inter di Conte. Ecco perché adesso tocca a Milik prendersi la scena e scrivere lo spartito di questa annata napoletana, senza se e senza ma.

Emanuele Cammaroto
Napoli Magazine
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