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VIOLENZA SULLE DONNE - ActionAid: "Solo la prevenzione primaria blocca la spirale di femminicidi"
24.11.2025 14:21 di Napoli Magazine
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La violenza fisica è condannata dall’82% della popolazione italiana, ma è ancora  giustificata dal 15,9% degli uomini e raggiunge il 20,8% tra i maschi di tutte le età residenti nel Sud e nelle Isole. In questo gruppo, le ragioni addotte per giustificarla sono diverse — tra cui la mancanza di attenzione o cura da parte della donna, la gestione inadeguata della casa o dei figli, l’abbandono o il tradimento, le provocazioni verbali ripetute o la frustrazione legata a problemi esterni (lavoro, finanze, ecc.) — ma la motivazione più frequentemente indicata è che la donna non si occupa adeguatamente di figli/e o della casa. La violenza economica è ritenuta accettabile dal 26,7%, ma sale al 34,6% tra gli uomini che vivono nel Sud e nelle Isole. La violenza psicologica continua a essere ampiamente accettata (22%) dagli uomini e raggiunge il 27,4% tra chi vive al Sud e nelle Isole. La violenza verbale registra un ampio divario di genere: la legittima solo il 16,9% delle donne e il 27,6% degli uomini. A livello territoriale, le donne residenti nel Sud e nelle Isole mostrano una maggiore accettazione rispetto alla media nazionale (18,3%), mentre gli uomini si attestano su valori in linea con il dato complessivo.  

Le reazioni di fronte alla violenza sono la conseguenza dell’inadeguata prevenzione primaria della violenza nelle scelte politiche italiane, a fronte di annunci e buoni propositi degli anni passati. È quanto rivela PERCHÉ NON ACCADA, ricerca di ActionAid con Osservatorio di Pavia e B2 Research sulle percezioni della violenza e delle discriminazioni in Italia. Un viaggio nella vita quotidiana delle donne, dalla casa agli spazi pubblici, dai trasporti alla cultura e al digitale per indagare come disuguaglianze e stereotipi di genere si riproducano e contribuiscono a legittimare la violenza.   

"Non si può prevenire la violenza senza promuovere uguaglianza, e non si può costruire uguaglianza senza assumere la prospettiva di genere in ogni politica pubblica si a livello nazionale che locale. Significa intervenire sulle cause profonde, non solo sugli effetti. ActionAid chiede al Governo e al Parlamento che almeno il 40% delle risorse annuali del Piano antiviolenza sia vincolato ad attività di prevenzione primaria. La prevenzione primaria non si può limitare all’educazione nelle scuole, ma deve coinvolgere le persone di ogni età, perché solo un cambiamento culturale profondo può fermare la violenza maschile contro le donne e fermare la spirale dei femminicidi” dichiara Katia Scannavini, Co-Segretaria Generale ActionAid Italia.   

DISPARITÀ, SESSISMO E MANCATE RESPONSABILITÀ. LA FRATTURA DELLE DISEGUAGLIANZE. Ogni spazio, ruolo sociale e privato che le donne vivono è attraversato da disuguaglianze di genere, dove si riproducono ruoli tradizionali e squilibri di potere che limitano l’autonomia delle donne. A casa per esempio: il 74% delle donne si occupa da sola dei lavori domestici, contro il 40% degli uomini, con divari ancora più ampi tra le generazioni più anziane. Anche nella genitorialità il carico resta sbilanciato: il 41% delle madri si occupa da sola dei figli e delle figlie, contro appena il 10% dei padri. Se si esce dalla propria sfera privata si sperimenta che gli spazi pubblici sono “a misura d’uomo”, le città sono meno accessibili e sicure per le donne: il 52% delle donne ha provato paura negli spazi pubblici (contro il 35% degli uomini). L’uso dei mezzi pubblici per le donne significa “mobilità della cura” e maggiore insicurezza: alta frequenza, spostamenti più brevi e frammentati legati al lavoro, alla gestione familiare. Il 38% delle persone ha avuto paura almeno una volta sui mezzi pubblici. Quando si passa alla cultura e a prodotti come film, serie tv, spettacoli dal vivo si comprendono gli stereotipi che ne sono alla base: il 55% delle donne si è sentita svalutata nei contenuti culturali. Anche online quattro donne su dieci (40%) dichiarano infatti di aver avuto “spesso” o “a volte” timore di ricevere reazioni sessiste ai propri contenuti online.    

UGUAGLIANZA E PREVENZIONE: LA SVOLTA CHE NON C’È. Le scelte del Governo non hanno segnato alcuna svolta. Quest'anno l’European Institute for Gender Equality (EIGE) rivela che in Italia i meccanismi istituzionali per attuare e promuovere le politiche di uguaglianza di genere non siano stati efficaci, ottenendo nel 2025 un punteggio del 41,1%, inferiore alla media dell’Unione europea che è del 50,8%. La Spagna invece ha totalizzato 86,2%. Per questo ActionAid ribadisce che la responsabilità di trasformare le parole in politiche concrete riguarda tutto il Governo e il Parlamento e gli enti locali, nessuno escluso. Un primo impegno che ActionAid chiede al Governo è quello di agire subito vincolando almeno il 40% dei fondi del Piano nazionale antiviolenza alla prevenzione primaria. Questo permetterebbe all’Italia di avvicinarsi proprio a paesi come la Spagna, dove oltre il 50% dei fondi è destinato ad azioni che promuovono l’uguaglianza di genere, con risultati tangibili: dal 2003 al 2024 i femminicidi sono diminuiti di oltre il 30%.   

ACTIONAID, COME SI REALIZZA LA PREVENZIONE. ActionAid è impegnata in Italia per affrontare le cause strutturali e culturali della violenza. L’organizzazione attraverso gli interventi europei Nora against GBV e The Care, ActionAid supporta 30 progetti, tra cui campagne di sensibilizzazione comunitaria su stereotipi e violenza; linee guida per un linguaggio inclusivo e non sessista nei media; monitoraggio delle politiche; creazione di spazi pubblici sicuri per donne, ragazze e ragazzi. Nel solo ultimo anno, oltre 800 studenti, 130 docenti e 75 genitori hanno partecipato a formazione e coprogettazione territoriale. Più di 1.500 dirigenti scolastici, insegnanti, educatrici ed educatori hanno seguito il corso “Youth for Love” e 15mila studenti hanno partecipato a una ricerca sul vissuto degli adolescenti rispetto al benessere psicologico. 

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VIOLENZA SULLE DONNE - ActionAid: "Solo la prevenzione primaria blocca la spirale di femminicidi"

di Napoli Magazine

24/11/2025 - 14:21

La violenza fisica è condannata dall’82% della popolazione italiana, ma è ancora  giustificata dal 15,9% degli uomini e raggiunge il 20,8% tra i maschi di tutte le età residenti nel Sud e nelle Isole. In questo gruppo, le ragioni addotte per giustificarla sono diverse — tra cui la mancanza di attenzione o cura da parte della donna, la gestione inadeguata della casa o dei figli, l’abbandono o il tradimento, le provocazioni verbali ripetute o la frustrazione legata a problemi esterni (lavoro, finanze, ecc.) — ma la motivazione più frequentemente indicata è che la donna non si occupa adeguatamente di figli/e o della casa. La violenza economica è ritenuta accettabile dal 26,7%, ma sale al 34,6% tra gli uomini che vivono nel Sud e nelle Isole. La violenza psicologica continua a essere ampiamente accettata (22%) dagli uomini e raggiunge il 27,4% tra chi vive al Sud e nelle Isole. La violenza verbale registra un ampio divario di genere: la legittima solo il 16,9% delle donne e il 27,6% degli uomini. A livello territoriale, le donne residenti nel Sud e nelle Isole mostrano una maggiore accettazione rispetto alla media nazionale (18,3%), mentre gli uomini si attestano su valori in linea con il dato complessivo.  

Le reazioni di fronte alla violenza sono la conseguenza dell’inadeguata prevenzione primaria della violenza nelle scelte politiche italiane, a fronte di annunci e buoni propositi degli anni passati. È quanto rivela PERCHÉ NON ACCADA, ricerca di ActionAid con Osservatorio di Pavia e B2 Research sulle percezioni della violenza e delle discriminazioni in Italia. Un viaggio nella vita quotidiana delle donne, dalla casa agli spazi pubblici, dai trasporti alla cultura e al digitale per indagare come disuguaglianze e stereotipi di genere si riproducano e contribuiscono a legittimare la violenza.   

"Non si può prevenire la violenza senza promuovere uguaglianza, e non si può costruire uguaglianza senza assumere la prospettiva di genere in ogni politica pubblica si a livello nazionale che locale. Significa intervenire sulle cause profonde, non solo sugli effetti. ActionAid chiede al Governo e al Parlamento che almeno il 40% delle risorse annuali del Piano antiviolenza sia vincolato ad attività di prevenzione primaria. La prevenzione primaria non si può limitare all’educazione nelle scuole, ma deve coinvolgere le persone di ogni età, perché solo un cambiamento culturale profondo può fermare la violenza maschile contro le donne e fermare la spirale dei femminicidi” dichiara Katia Scannavini, Co-Segretaria Generale ActionAid Italia.   

DISPARITÀ, SESSISMO E MANCATE RESPONSABILITÀ. LA FRATTURA DELLE DISEGUAGLIANZE. Ogni spazio, ruolo sociale e privato che le donne vivono è attraversato da disuguaglianze di genere, dove si riproducono ruoli tradizionali e squilibri di potere che limitano l’autonomia delle donne. A casa per esempio: il 74% delle donne si occupa da sola dei lavori domestici, contro il 40% degli uomini, con divari ancora più ampi tra le generazioni più anziane. Anche nella genitorialità il carico resta sbilanciato: il 41% delle madri si occupa da sola dei figli e delle figlie, contro appena il 10% dei padri. Se si esce dalla propria sfera privata si sperimenta che gli spazi pubblici sono “a misura d’uomo”, le città sono meno accessibili e sicure per le donne: il 52% delle donne ha provato paura negli spazi pubblici (contro il 35% degli uomini). L’uso dei mezzi pubblici per le donne significa “mobilità della cura” e maggiore insicurezza: alta frequenza, spostamenti più brevi e frammentati legati al lavoro, alla gestione familiare. Il 38% delle persone ha avuto paura almeno una volta sui mezzi pubblici. Quando si passa alla cultura e a prodotti come film, serie tv, spettacoli dal vivo si comprendono gli stereotipi che ne sono alla base: il 55% delle donne si è sentita svalutata nei contenuti culturali. Anche online quattro donne su dieci (40%) dichiarano infatti di aver avuto “spesso” o “a volte” timore di ricevere reazioni sessiste ai propri contenuti online.    

UGUAGLIANZA E PREVENZIONE: LA SVOLTA CHE NON C’È. Le scelte del Governo non hanno segnato alcuna svolta. Quest'anno l’European Institute for Gender Equality (EIGE) rivela che in Italia i meccanismi istituzionali per attuare e promuovere le politiche di uguaglianza di genere non siano stati efficaci, ottenendo nel 2025 un punteggio del 41,1%, inferiore alla media dell’Unione europea che è del 50,8%. La Spagna invece ha totalizzato 86,2%. Per questo ActionAid ribadisce che la responsabilità di trasformare le parole in politiche concrete riguarda tutto il Governo e il Parlamento e gli enti locali, nessuno escluso. Un primo impegno che ActionAid chiede al Governo è quello di agire subito vincolando almeno il 40% dei fondi del Piano nazionale antiviolenza alla prevenzione primaria. Questo permetterebbe all’Italia di avvicinarsi proprio a paesi come la Spagna, dove oltre il 50% dei fondi è destinato ad azioni che promuovono l’uguaglianza di genere, con risultati tangibili: dal 2003 al 2024 i femminicidi sono diminuiti di oltre il 30%.   

ACTIONAID, COME SI REALIZZA LA PREVENZIONE. ActionAid è impegnata in Italia per affrontare le cause strutturali e culturali della violenza. L’organizzazione attraverso gli interventi europei Nora against GBV e The Care, ActionAid supporta 30 progetti, tra cui campagne di sensibilizzazione comunitaria su stereotipi e violenza; linee guida per un linguaggio inclusivo e non sessista nei media; monitoraggio delle politiche; creazione di spazi pubblici sicuri per donne, ragazze e ragazzi. Nel solo ultimo anno, oltre 800 studenti, 130 docenti e 75 genitori hanno partecipato a formazione e coprogettazione territoriale. Più di 1.500 dirigenti scolastici, insegnanti, educatrici ed educatori hanno seguito il corso “Youth for Love” e 15mila studenti hanno partecipato a una ricerca sul vissuto degli adolescenti rispetto al benessere psicologico.