L’attaccante del Lecce in prestito dal Milan, Francesco Camarda, ha parlato in un’intervista a Vivo Azzurro TV. Queste le sue parole: “Ho iniziato a 4 anni in una squadra vicino al mio quartiere nella Forese. Quando ci ripenso adesso, penso: ‘Cavolo ora sono arrivato qua e chissà, posso arrivare ancora più in alto’. Mi dà motivazione, ma anche più orgoglio. Dovrò sempre tutto ai miei genitori, mi hanno sempre seguito e lo fanno anche ora a Lecce, hanno fatto grandi sacrifici per trasferirsi in città. Il giorno del mio esordio mia mamma si è messa a piangere, è come se fosse stata in campo con me e abbia esaudito il desiderio anche lei. Il mio percorso in Nazionale? Ho iniziato in Under 15, la prima convocazione fu con la Slovenia. È stato bello, è un simbolo di orgoglio, fu una grandissima emozione, anche perché segnai. Ho fatto poca Under 16, sono passato velocemente con Favo all’Under 17, ne ho giocate tante e ho creato un bel rapporto con lui, ci sentiamo e ci teniamo aggiornati. Una chiamata in Nazionale maggiore? È il mio sogno. Quando arriverà, se dovesse arrivare, sarò più che contento e motivato al massimo per dimostrare di voler questo posto. Quello che succederà, succederà, ma è il sogno di tutti i ragazzi e di tutti i calciatori. Sarei contentissimo”.
di Napoli Magazine
19/11/2025 - 20:34
L’attaccante del Lecce in prestito dal Milan, Francesco Camarda, ha parlato in un’intervista a Vivo Azzurro TV. Queste le sue parole: “Ho iniziato a 4 anni in una squadra vicino al mio quartiere nella Forese. Quando ci ripenso adesso, penso: ‘Cavolo ora sono arrivato qua e chissà, posso arrivare ancora più in alto’. Mi dà motivazione, ma anche più orgoglio. Dovrò sempre tutto ai miei genitori, mi hanno sempre seguito e lo fanno anche ora a Lecce, hanno fatto grandi sacrifici per trasferirsi in città. Il giorno del mio esordio mia mamma si è messa a piangere, è come se fosse stata in campo con me e abbia esaudito il desiderio anche lei. Il mio percorso in Nazionale? Ho iniziato in Under 15, la prima convocazione fu con la Slovenia. È stato bello, è un simbolo di orgoglio, fu una grandissima emozione, anche perché segnai. Ho fatto poca Under 16, sono passato velocemente con Favo all’Under 17, ne ho giocate tante e ho creato un bel rapporto con lui, ci sentiamo e ci teniamo aggiornati. Una chiamata in Nazionale maggiore? È il mio sogno. Quando arriverà, se dovesse arrivare, sarò più che contento e motivato al massimo per dimostrare di voler questo posto. Quello che succederà, succederà, ma è il sogno di tutti i ragazzi e di tutti i calciatori. Sarei contentissimo”.