BENEDETTO CASILLO è protagonista dello spettacolo
L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA / FIORI DI PALCO
Luigi Pirandello, Raffaele Viviani, Totò, Enzo Moscato
con Sara Lupoli e Vincenzo Castellone
su ideazione e adattamento dello stesso Casillo
con la regia di PIERPAOLO SEPE
in prima nazionale al Teatro San Ferdinando
da giovedì 8 a domenica 18 maggio
una coproduzione di
Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Arteteca,
Tradizione e turismo – Centro di Produzione Teatro Sannazaro
E’ da molti decenni – per l’esattezza dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso come cabarettista del duo i Sadici piangenti in coppia con Renato Rutigliano, poi da attore di tanto teatro e cinema made in Napoli e non solo a partire dai primi anni ’80 – uno dei volti più popolari, riconosciuti e riconoscibili della scena partenopea, che vanta interpretazioni di testi di Petito, Scarpetta, Eduardo, Ruccello, Moscato, e direzioni di registi che vanno, tra molti altri, da Luciano De Crescenzo a Alessandro Siani a Ciro Ippolito a Carlo Vanzina a Mario Martone.
Stiamo parlando di Benedetto Casillo, 75 anni, dei quali più della metà passati a calpestare palcoscenici e set cinematografici, con qualche incursione anche televisiva, che è l’ideatore e il protagonista dello spettacolo L’uomo dal fiore in bocca / Fiori di palco: Luigi Pirandello, Raffaele Viviani, Totò, Enzo Moscato, con la regia di Pierpaolo Sepe.
Lo spettacolo, prodotto da Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Arteteca, Tradizione e turismo – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro, debutterà in prima nazionale giovedì 8 maggio alle 21.00 al Teatro San Ferdinando, nell’ambito della Stagione del Teatro Nazionale, dove replicherà fino a domenica 18 maggio.
In scena con Benedetto Casillo gli attori Sara Lupoli e Vincenzo Castellone.
Le scene sono di Francesco Ghisu, i costumi di Rossella Oppedisano, le coreografie di Sara Lupoli.
«Quando – scrive nelle note il regista Pierpaolo Sepe - rampollò nella mente di Benedetto la possibilità di questo spettacolo, non ero convinto si potesse costruire una sequenza capace di raggiungere il mio cuore. Mi sbagliavo». E aggiunge: «Lavorare con Benedetto Casillo è una gioia. Bisogna lasciarlo libero di raccontare il suo modo di guardare la vita, il teatro. Bisogna arrendersi alla sua forza trascinante, al suo credo fedele, al valore che attribuisce alle cose».
Lo spettacolo
Pirandello, Viviani, Totò, Moscato. Un premio Nobel e tre mostri sacri della scena teatrale, tutti e quattro figli dello stesso sud. Cesellatori ineguagliabili dei rispettivi dialetti, lingua per eccellenza dell’espressione dell’anima popolare. Benedetto Casillo, figlio genuino di Napoli, attore dalla lunga e intensa carriera (da Petito a Scarpetta e poi a Beckett, Ruccello e Moscato) si avvicina a questi straordinari autori con umiltà e rispetto, per assimilarne la linfa e restituirla poi in scena con la sua cifra di interprete, fatta di sobrietà e misura. Un leggero alito napoletano lambisce il notturno paesaggio dall’Uomo dal fiore in bocca: l’accento del protagonista, qualche antico vocabolo viene proposto con affettuosa devozione per il dialetto. La scena rappresenta l’esterno di un caffè di una stazione ferroviaria, un binario l’attraversa in primo piano. Attorno ad esso, gelido spettatore, dissertano di vita e di morte i due protagonisti dell’atto pirandelliano. Lo stesso binario indirizza le rappresentazioni degli altri autori.
Note di regia
di Pierpaolo Sepe
«L’unica certezza certa della vita è la morte; eppure, per l’uomo di oggi questo è l’ultimo dei pensieri. In questo mondo che freneticamente rimbalza da un’illusoria soddisfazione materiale all’altra la morte è un fastidioso inconveniente, un seccante contrattempo, una inaspettata perdita di tempo. La morte ha perso la sua sacralità…che poi è la stessa sacralità della vita. Dove c’è vita, c’è inevitabilmente la morte. La vita scorre da sempre all’ombra della morte. E ciò non è affatto una considerazione negativa. Tutto sta nel decidere come scegliere di vivere il tempo che ci è stato assegnato.
Beh, ci sarebbe poi lo spirito, l’anima, la fede, la vita eterna. Non è semplice. Ma restiamo nell’ambito terreno.
Come finire? Abbiamo così tanto tempo eppure non siamo mai pronti.
Come raggiungere il significato del nostro esistere? E poi, un giorno finisce. Si spegne la luce e si va lì dove chissà che troveremo. Saremo felici? Saremo in compagnia? Saremo?
Uno spettacolo per celebrare il nostro ultimo viaggio. Accettare l’addio. Salutarsi con dolcezza e rammarico ma sorridere alla vita fino all’ultimo respiro.
Abbiamo un tempo che è un’occasione. Un’occasione di comunione e di grazia.
E allora che sia una festa! Che si ricordi, che si canti, confusi tra le lacrime e il ridere a crepapelle. Non dimenticare la voce, il profumo della pelle, quel modo di gesticolare così grazioso. E gli occhi, soprattutto gli occhi. Non dimenticarli mai. Come ti guardava e le cose che ti diceva guardandoti.
Lavorare con Benedetto Casillo è una gioia. Bisogna lasciarlo libero di raccontare il suo modo di guardare la vita, il teatro. Bisogna arrendersi alla sua forza trascinante, al suo credo fedele, al valore che attribuisce alle cose. Dimenticare le convinzioni così noiose che alterano percorsi genuini e onesti e aprire il cuore al gesto puro e inimitabile dell’artista vero, nobile, popolare. Inarrestabile nel suo incedere. Semplicità come conquista. Luce sempre di onestà convincente e seduttiva.
Quando rampollò nella mente di Benedetto la possibilità di questo spettacolo, non ero convinto si potesse costruire una sequenza capace di raggiungere il mio cuore. Mi sbagliavo».
L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA / FIORI DI PALCO
Luigi Pirandello, Raffaele Viviani, Totò, Enzo Moscato
adattamento Benedetto Casillo
regia Pierpaolo Sepe
con Benedetto Casillo, Sara Lupoli, Vincenzo Castellone
scene Francesco Ghisu
costumi Rossella Oppedisano
coreografie Sara Lupoli
regista assistente Luisa Corcione
direttore di scena Sandro Amatucci
macchinista Vittorio Menzione
datore luci Tommaso Toscano
fonico Kristian Maimone
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Arteteca, Tradizione e turismo – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
durata: 1h e 15’ (escluso intervallo)
info: www. teatrodinapoli.it
Piazza Eduardo De Filippo 20, Napoli
Biglietteria
orari di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 14:00 alle 18:00
sabato dalle 10,30 alle 13,30
domenica chiusa
e aperta sempre da un’ora prima dello spettacolo
di Napoli Magazine
05/05/2025 - 18:32
BENEDETTO CASILLO è protagonista dello spettacolo
L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA / FIORI DI PALCO
Luigi Pirandello, Raffaele Viviani, Totò, Enzo Moscato
con Sara Lupoli e Vincenzo Castellone
su ideazione e adattamento dello stesso Casillo
con la regia di PIERPAOLO SEPE
in prima nazionale al Teatro San Ferdinando
da giovedì 8 a domenica 18 maggio
una coproduzione di
Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Arteteca,
Tradizione e turismo – Centro di Produzione Teatro Sannazaro
E’ da molti decenni – per l’esattezza dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso come cabarettista del duo i Sadici piangenti in coppia con Renato Rutigliano, poi da attore di tanto teatro e cinema made in Napoli e non solo a partire dai primi anni ’80 – uno dei volti più popolari, riconosciuti e riconoscibili della scena partenopea, che vanta interpretazioni di testi di Petito, Scarpetta, Eduardo, Ruccello, Moscato, e direzioni di registi che vanno, tra molti altri, da Luciano De Crescenzo a Alessandro Siani a Ciro Ippolito a Carlo Vanzina a Mario Martone.
Stiamo parlando di Benedetto Casillo, 75 anni, dei quali più della metà passati a calpestare palcoscenici e set cinematografici, con qualche incursione anche televisiva, che è l’ideatore e il protagonista dello spettacolo L’uomo dal fiore in bocca / Fiori di palco: Luigi Pirandello, Raffaele Viviani, Totò, Enzo Moscato, con la regia di Pierpaolo Sepe.
Lo spettacolo, prodotto da Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Arteteca, Tradizione e turismo – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro, debutterà in prima nazionale giovedì 8 maggio alle 21.00 al Teatro San Ferdinando, nell’ambito della Stagione del Teatro Nazionale, dove replicherà fino a domenica 18 maggio.
In scena con Benedetto Casillo gli attori Sara Lupoli e Vincenzo Castellone.
Le scene sono di Francesco Ghisu, i costumi di Rossella Oppedisano, le coreografie di Sara Lupoli.
«Quando – scrive nelle note il regista Pierpaolo Sepe - rampollò nella mente di Benedetto la possibilità di questo spettacolo, non ero convinto si potesse costruire una sequenza capace di raggiungere il mio cuore. Mi sbagliavo». E aggiunge: «Lavorare con Benedetto Casillo è una gioia. Bisogna lasciarlo libero di raccontare il suo modo di guardare la vita, il teatro. Bisogna arrendersi alla sua forza trascinante, al suo credo fedele, al valore che attribuisce alle cose».
Lo spettacolo
Pirandello, Viviani, Totò, Moscato. Un premio Nobel e tre mostri sacri della scena teatrale, tutti e quattro figli dello stesso sud. Cesellatori ineguagliabili dei rispettivi dialetti, lingua per eccellenza dell’espressione dell’anima popolare. Benedetto Casillo, figlio genuino di Napoli, attore dalla lunga e intensa carriera (da Petito a Scarpetta e poi a Beckett, Ruccello e Moscato) si avvicina a questi straordinari autori con umiltà e rispetto, per assimilarne la linfa e restituirla poi in scena con la sua cifra di interprete, fatta di sobrietà e misura. Un leggero alito napoletano lambisce il notturno paesaggio dall’Uomo dal fiore in bocca: l’accento del protagonista, qualche antico vocabolo viene proposto con affettuosa devozione per il dialetto. La scena rappresenta l’esterno di un caffè di una stazione ferroviaria, un binario l’attraversa in primo piano. Attorno ad esso, gelido spettatore, dissertano di vita e di morte i due protagonisti dell’atto pirandelliano. Lo stesso binario indirizza le rappresentazioni degli altri autori.
Note di regia
di Pierpaolo Sepe
«L’unica certezza certa della vita è la morte; eppure, per l’uomo di oggi questo è l’ultimo dei pensieri. In questo mondo che freneticamente rimbalza da un’illusoria soddisfazione materiale all’altra la morte è un fastidioso inconveniente, un seccante contrattempo, una inaspettata perdita di tempo. La morte ha perso la sua sacralità…che poi è la stessa sacralità della vita. Dove c’è vita, c’è inevitabilmente la morte. La vita scorre da sempre all’ombra della morte. E ciò non è affatto una considerazione negativa. Tutto sta nel decidere come scegliere di vivere il tempo che ci è stato assegnato.
Beh, ci sarebbe poi lo spirito, l’anima, la fede, la vita eterna. Non è semplice. Ma restiamo nell’ambito terreno.
Come finire? Abbiamo così tanto tempo eppure non siamo mai pronti.
Come raggiungere il significato del nostro esistere? E poi, un giorno finisce. Si spegne la luce e si va lì dove chissà che troveremo. Saremo felici? Saremo in compagnia? Saremo?
Uno spettacolo per celebrare il nostro ultimo viaggio. Accettare l’addio. Salutarsi con dolcezza e rammarico ma sorridere alla vita fino all’ultimo respiro.
Abbiamo un tempo che è un’occasione. Un’occasione di comunione e di grazia.
E allora che sia una festa! Che si ricordi, che si canti, confusi tra le lacrime e il ridere a crepapelle. Non dimenticare la voce, il profumo della pelle, quel modo di gesticolare così grazioso. E gli occhi, soprattutto gli occhi. Non dimenticarli mai. Come ti guardava e le cose che ti diceva guardandoti.
Lavorare con Benedetto Casillo è una gioia. Bisogna lasciarlo libero di raccontare il suo modo di guardare la vita, il teatro. Bisogna arrendersi alla sua forza trascinante, al suo credo fedele, al valore che attribuisce alle cose. Dimenticare le convinzioni così noiose che alterano percorsi genuini e onesti e aprire il cuore al gesto puro e inimitabile dell’artista vero, nobile, popolare. Inarrestabile nel suo incedere. Semplicità come conquista. Luce sempre di onestà convincente e seduttiva.
Quando rampollò nella mente di Benedetto la possibilità di questo spettacolo, non ero convinto si potesse costruire una sequenza capace di raggiungere il mio cuore. Mi sbagliavo».
L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA / FIORI DI PALCO
Luigi Pirandello, Raffaele Viviani, Totò, Enzo Moscato
adattamento Benedetto Casillo
regia Pierpaolo Sepe
con Benedetto Casillo, Sara Lupoli, Vincenzo Castellone
scene Francesco Ghisu
costumi Rossella Oppedisano
coreografie Sara Lupoli
regista assistente Luisa Corcione
direttore di scena Sandro Amatucci
macchinista Vittorio Menzione
datore luci Tommaso Toscano
fonico Kristian Maimone
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Arteteca, Tradizione e turismo – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
durata: 1h e 15’ (escluso intervallo)
info: www. teatrodinapoli.it
Piazza Eduardo De Filippo 20, Napoli
Biglietteria
orari di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 14:00 alle 18:00
sabato dalle 10,30 alle 13,30
domenica chiusa
e aperta sempre da un’ora prima dello spettacolo