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G-FACTOR - G. Lucariello su "NM": "Zielinski è il genio offensivo!"
12.12.2020 17:15 di Napoli Magazine

NAPOLI - Zielinski su tutti e tutti d’accordo, è un genio offensivo della trequarti posto sulla strada della maturazione tecnico-tattica da Rino Gattuso che all’inizio del suo secondo giro annuale alla guida del Napoli, sta ancora risolvendo problematiche legate alle posizioni, ai ruoli e alle caratteristiche dei singoli calciatori azzurri. Con Piotr ha centrato la soluzione, definendo l’incarico del calciatore che già da mezzala nell’Empoli di Sarri aveva mostrato qualità adatte in un determinato tipo di centrocampo. Adesso ci siamo. La soluzione voluta da Ringhio appare quella giusta, Zielinski da sottopunta o comunque da trequartista in queste partite in cui di recente è stato utilizzato in tale ruolo, dopo aver superato il covid, ha incantato il mondo del calcio, tutti col pollice alto nei suoi confronti. L’operazione Zielinski ha insomma risolto in buona parte le problematiche del centrocampo azzurro, esistenti ed evidenziate già nel Napoli di Ancelotti in cui si sono create delle contrapposizioni nei ruoli tra il centrocampista-attaccante polacco e Fabian Ruiz, entrambi vittime di quella giostra volante dei ruoli che non faceva bene a nessuno ed a nessuno dei due, spesso alternati nei ruoli e nelle posizioni tra una partita e l’altra, insomma il caos. Il rebus lo ha dovuto affrontare anche Gattuso che si è ritrovato con lo stesso problema, quello di un settore centrale con tre diversi interpreti e cioè Zielinski, Ruiz e Allan inizialmente, fino all’arrivo di Demme prima e di Bakayoko dopo. Ma c’è ancora qualcosa da sistemare: Fabian Ruiz non è proprio la soluzione ideale per un centrocampo a due, giacchè è anche lui portato a giocare più avanti ed a proiettarsi alla conclusione a rete e poco inadatto al massacrante lavoro di interdizione e di copertura. Per il momento però si andrà avanti così, in quella che è la migliore soluzione possibile. Per Gattuso c’è da studiare anche la risistemazione dell’intero quadro nel momento in cui tornerà in attività di servizio Osimhen per riprendere il suo ruolo di attaccante centrale nel quale sta operando Mertens al momento, da ritrasferire nella posizione di sottopunta ora ben tenuta da Zielinski, osannato al punto da attribuirgli da qualche parte il pesantissimo incarico di leader della squadra. E non è proprio il caso giacchè Lorenzo Insigne ha compiuto notevoli passi avanti nella sua maturità, tale da poterne rispondere personalmente come sta già facendo. Adesso è il caso di trattare un argomento che ha profondamente toccato il mondo del calcio italiano e mondiale, l’addio improvviso di Pablito Rossi, dopo quello di Diego Armando Maradona. Un’altra tragedia quella di Pablito che ha toccato le coscienze di tantissima gente, commossa e addolorata per questo tristissimo inaspettato evento. A Napoli però c’è qualcuno dal cuore duro e ancora inasprito dal rifiuto dell’attaccante di trasferirsi in azzurro, una vita fa. Cose da pazzi, cose inaudite e da non credere: neanche davanti alla morte si mettono da parte risentimenti che non hanno più motivo di esistere. E invece è così. Giova però riferire l’intervento a questo proposito della signora Federica Cappelletti, moglie del grande povero Pablito: “La mia scelta di parlare di Paolo è la voglia di regalare un po’ di Paolo a tutti. Il rifiuto al Napoli? Mi ha sempre spiegato che non ha mai rifiutato Napoli. Chiese a Ferlaino di fare una squadra vincente, Ferlaino disse che non avrebbe fatto una squadra vincente ed allora Paolo rifiutò Napoli, per questa scelta di Ferlaino. Ma Paolo adorava Napoli ed il popolo napoletano. Gli è sempre dispiaciuto non vestire la maglia azzurra”, naturalmente non ci pensiamo affatto di rivolgerci ulteriormente all’ex presidente su questa storia che adesso con la scomparsa di Pablito appare indelicata e non ha più senso. C’è invece da ricordare che il soprannome di Pablito Rossi gli fu attribuito nel mondiale del 1978 in Argentina per le cose belle che fece e che ha ripetute migliorandole in Spagna ’82, vincendo il titolo mondiale con la maglia azzurra dell’Italia.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

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G-FACTOR - G. Lucariello su "NM": "Zielinski è il genio offensivo!"

di Napoli Magazine

12/12/2024 - 17:15

NAPOLI - Zielinski su tutti e tutti d’accordo, è un genio offensivo della trequarti posto sulla strada della maturazione tecnico-tattica da Rino Gattuso che all’inizio del suo secondo giro annuale alla guida del Napoli, sta ancora risolvendo problematiche legate alle posizioni, ai ruoli e alle caratteristiche dei singoli calciatori azzurri. Con Piotr ha centrato la soluzione, definendo l’incarico del calciatore che già da mezzala nell’Empoli di Sarri aveva mostrato qualità adatte in un determinato tipo di centrocampo. Adesso ci siamo. La soluzione voluta da Ringhio appare quella giusta, Zielinski da sottopunta o comunque da trequartista in queste partite in cui di recente è stato utilizzato in tale ruolo, dopo aver superato il covid, ha incantato il mondo del calcio, tutti col pollice alto nei suoi confronti. L’operazione Zielinski ha insomma risolto in buona parte le problematiche del centrocampo azzurro, esistenti ed evidenziate già nel Napoli di Ancelotti in cui si sono create delle contrapposizioni nei ruoli tra il centrocampista-attaccante polacco e Fabian Ruiz, entrambi vittime di quella giostra volante dei ruoli che non faceva bene a nessuno ed a nessuno dei due, spesso alternati nei ruoli e nelle posizioni tra una partita e l’altra, insomma il caos. Il rebus lo ha dovuto affrontare anche Gattuso che si è ritrovato con lo stesso problema, quello di un settore centrale con tre diversi interpreti e cioè Zielinski, Ruiz e Allan inizialmente, fino all’arrivo di Demme prima e di Bakayoko dopo. Ma c’è ancora qualcosa da sistemare: Fabian Ruiz non è proprio la soluzione ideale per un centrocampo a due, giacchè è anche lui portato a giocare più avanti ed a proiettarsi alla conclusione a rete e poco inadatto al massacrante lavoro di interdizione e di copertura. Per il momento però si andrà avanti così, in quella che è la migliore soluzione possibile. Per Gattuso c’è da studiare anche la risistemazione dell’intero quadro nel momento in cui tornerà in attività di servizio Osimhen per riprendere il suo ruolo di attaccante centrale nel quale sta operando Mertens al momento, da ritrasferire nella posizione di sottopunta ora ben tenuta da Zielinski, osannato al punto da attribuirgli da qualche parte il pesantissimo incarico di leader della squadra. E non è proprio il caso giacchè Lorenzo Insigne ha compiuto notevoli passi avanti nella sua maturità, tale da poterne rispondere personalmente come sta già facendo. Adesso è il caso di trattare un argomento che ha profondamente toccato il mondo del calcio italiano e mondiale, l’addio improvviso di Pablito Rossi, dopo quello di Diego Armando Maradona. Un’altra tragedia quella di Pablito che ha toccato le coscienze di tantissima gente, commossa e addolorata per questo tristissimo inaspettato evento. A Napoli però c’è qualcuno dal cuore duro e ancora inasprito dal rifiuto dell’attaccante di trasferirsi in azzurro, una vita fa. Cose da pazzi, cose inaudite e da non credere: neanche davanti alla morte si mettono da parte risentimenti che non hanno più motivo di esistere. E invece è così. Giova però riferire l’intervento a questo proposito della signora Federica Cappelletti, moglie del grande povero Pablito: “La mia scelta di parlare di Paolo è la voglia di regalare un po’ di Paolo a tutti. Il rifiuto al Napoli? Mi ha sempre spiegato che non ha mai rifiutato Napoli. Chiese a Ferlaino di fare una squadra vincente, Ferlaino disse che non avrebbe fatto una squadra vincente ed allora Paolo rifiutò Napoli, per questa scelta di Ferlaino. Ma Paolo adorava Napoli ed il popolo napoletano. Gli è sempre dispiaciuto non vestire la maglia azzurra”, naturalmente non ci pensiamo affatto di rivolgerci ulteriormente all’ex presidente su questa storia che adesso con la scomparsa di Pablito appare indelicata e non ha più senso. C’è invece da ricordare che il soprannome di Pablito Rossi gli fu attribuito nel mondiale del 1978 in Argentina per le cose belle che fece e che ha ripetute migliorandole in Spagna ’82, vincendo il titolo mondiale con la maglia azzurra dell’Italia.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

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