Kalidou Koulibaly, difensore dell'Al-Hilal ed ex Napoli, è stato ospite del podcast "Zack en Roue Libre", in cui ha raccontato alcuni momenti in azzurro. Ecco un estratto:
"All'inizio c'erano dei dubbi su di me, perché non ero un calciatore affermato. Il Napoli è un grande club con una grande tifoseria, una città da 3 milioni di abitanti con persone in tutto il mondo. Ricoro che il presidente (De Laurentiis, ndr) mi disse: 'ma tu non dovevi essere alto 1.90? Com'è possibile che sei alto 1.86?'. Dissi: credo che ti sbagli, c'è un altro Koulibaly che è alto 1.92, ma non sono io, è un attaccante. Mi disse che ero troppo basso, ma gli dissi di non preoccuparsi e che avrei ripagato la differenza sul campo. È stato fantastico giocare con Benitez. Mi fece giocare i primi 6 mesi, poi mi disse: 'senti, hai giocato già tante partite per essere un calciatore arrivato da un altro campionato, hai commesso degli errori, hai disputato anche ottime partite. Ma adesso è arrivato il momento di far giocare qualcuno con più esperienza. Però non preoccuparti, conto ancora molto su di te'. All'epoca c'erano già dei club disposti ad acquistarmi, ma io volevo restare a Napoli. Nella seconda metà di stagione giocai un po' di meno, ma è stato fantastico perché ho imparato tante cose.
Sarri? Con lui 'fuoco e acqua'. Litigavamo tutto il tempo. All’inizio io avevo 23-24 anni, non capivo cosa volesse. Ma aveva capito che doveva 'confondermi' per farmi dare il massimo. Aveva sempre qualcosa da dire, anche quando facevo una grande partita. Non voglio svelare cosa mi dicesse, ma vi giuro che per un ragazzo giovane era scioccante. Più volte i miei compagni mi hanno dovuto trattenere. Pepe Reina mi tranquillizzava. Una volta, tornato dalla nazionale, mi disse: 'Oggi sei tu o tuo fratello? Chi gioca?'. Gli chiesi spiegazioni e lui mi disse che quando si va in Africa si fanno viaggi di sette ore e poi tornano a giocare i ‘fratelli’, che in pratica non eravamo noi. Gli dissi che avrebbe potuto mettermi in panchina, e invece mi fece giocare. Quando è partito, però, ho capito davvero quanto mi apprezzasse". Higuain? Higuain per me è uno dei migliori attaccanti con cui ho giocato. Sapevi che avrebbe sempre segnato. Higuain con Sarri è stato al top. Non ho mai visto un giocatore che anche in allenamento si allena così tanto duramente davanti alla porta. Aveva un controllo di palla incredibile, sia di destro che di sinistro. Lavorava tanto anche nelle esercitazioni tattiche difvensive. Difendere contro di lui però era difficilissimo. Il Real Madrid lo aveva venduto perché avevano Benzema, ma furono dei pezzi. Sul serio, era un giocatore di grandissimo livello. Ricordo che prima che Higuain firmasse con la Juve, io ero in ritiro e lui non c'era: gli scrissi un messaggio e gli dissi, che fai? Resti o vai via? Lui mi disse: vengo domani. Poi un amico mi manda una foto e scopro che invece Higuain era a Barcellona per fare le visite mediche con la Juve. Ma non aveva avuto il coraggio di dirmelo. Ricordo che lo insultarono tutti, gli diedero del traditore. Anni dopo l'ho incontrato e gliel'ho ricordato".
di Napoli Magazine
31/10/2025 - 19:58
Kalidou Koulibaly, difensore dell'Al-Hilal ed ex Napoli, è stato ospite del podcast "Zack en Roue Libre", in cui ha raccontato alcuni momenti in azzurro. Ecco un estratto:
"All'inizio c'erano dei dubbi su di me, perché non ero un calciatore affermato. Il Napoli è un grande club con una grande tifoseria, una città da 3 milioni di abitanti con persone in tutto il mondo. Ricoro che il presidente (De Laurentiis, ndr) mi disse: 'ma tu non dovevi essere alto 1.90? Com'è possibile che sei alto 1.86?'. Dissi: credo che ti sbagli, c'è un altro Koulibaly che è alto 1.92, ma non sono io, è un attaccante. Mi disse che ero troppo basso, ma gli dissi di non preoccuparsi e che avrei ripagato la differenza sul campo. È stato fantastico giocare con Benitez. Mi fece giocare i primi 6 mesi, poi mi disse: 'senti, hai giocato già tante partite per essere un calciatore arrivato da un altro campionato, hai commesso degli errori, hai disputato anche ottime partite. Ma adesso è arrivato il momento di far giocare qualcuno con più esperienza. Però non preoccuparti, conto ancora molto su di te'. All'epoca c'erano già dei club disposti ad acquistarmi, ma io volevo restare a Napoli. Nella seconda metà di stagione giocai un po' di meno, ma è stato fantastico perché ho imparato tante cose.
Sarri? Con lui 'fuoco e acqua'. Litigavamo tutto il tempo. All’inizio io avevo 23-24 anni, non capivo cosa volesse. Ma aveva capito che doveva 'confondermi' per farmi dare il massimo. Aveva sempre qualcosa da dire, anche quando facevo una grande partita. Non voglio svelare cosa mi dicesse, ma vi giuro che per un ragazzo giovane era scioccante. Più volte i miei compagni mi hanno dovuto trattenere. Pepe Reina mi tranquillizzava. Una volta, tornato dalla nazionale, mi disse: 'Oggi sei tu o tuo fratello? Chi gioca?'. Gli chiesi spiegazioni e lui mi disse che quando si va in Africa si fanno viaggi di sette ore e poi tornano a giocare i ‘fratelli’, che in pratica non eravamo noi. Gli dissi che avrebbe potuto mettermi in panchina, e invece mi fece giocare. Quando è partito, però, ho capito davvero quanto mi apprezzasse". Higuain? Higuain per me è uno dei migliori attaccanti con cui ho giocato. Sapevi che avrebbe sempre segnato. Higuain con Sarri è stato al top. Non ho mai visto un giocatore che anche in allenamento si allena così tanto duramente davanti alla porta. Aveva un controllo di palla incredibile, sia di destro che di sinistro. Lavorava tanto anche nelle esercitazioni tattiche difvensive. Difendere contro di lui però era difficilissimo. Il Real Madrid lo aveva venduto perché avevano Benzema, ma furono dei pezzi. Sul serio, era un giocatore di grandissimo livello. Ricordo che prima che Higuain firmasse con la Juve, io ero in ritiro e lui non c'era: gli scrissi un messaggio e gli dissi, che fai? Resti o vai via? Lui mi disse: vengo domani. Poi un amico mi manda una foto e scopro che invece Higuain era a Barcellona per fare le visite mediche con la Juve. Ma non aveva avuto il coraggio di dirmelo. Ricordo che lo insultarono tutti, gli diedero del traditore. Anni dopo l'ho incontrato e gliel'ho ricordato".