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ON AIR - Donolato: "Milan-Napoli? Gli azzurri sono favoriti, ma pesa l'assenza di Buongiorno"
26.09.2025 11:48 di Napoli Magazine
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A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Fabio Donolato, giornalista e speaker di Radio Serie A.

Qualche mese fa la sfida tra Juventus e Atalanta fu praticamente a senso unico in favore della Dea. Adesso i valori sembrano essersi un po’ invertiti: chi arriva meglio a questa sfida? 

“È ovvio che all’Atalanta sia cambiato il mondo, sembra sia passata un’era geologica. Non dimentichiamoci che i nove anni di Gasperini si sono chiusi e ora Juric si trova tra le mani una bella patata bollente, perché l’Atalanta forse era la panchina più complicata da gestire in questa stagione. Veniamo da un decennio con Gasperini, dalla vittoria dell’Europa League e soprattutto dalla costruzione di uno stile di gioco e di un’identità forte. Juric, tra l’altro, non arriva da stagioni eccezionali, basti pensare a Roma e Southampton, quindi per lui il lavoro è davvero complicato. È vero che contro il Torino ha trovato una difesa non proprio nella miglior giornata, però intanto ha portato a casa un 3-0 solido e ha ritrovato Lookman. Vedremo quanto ci metterà a tornare in forma per essere una risorsa utile. Dall’altra parte, però, c’è la Juventus. È vero, è solida, ma non tanto dal punto di vista difensivo: guardando i numeri, la Juve ha incassato tanti gol tra Champions e campionato. Tuttavia, resta una squadra con basi solide. Tudor, che l’anno scorso sembrava quasi un ripiego, si sta dimostrando un tecnico credibile. Già a Verona aveva fatto vedere di avere idee precise e un calcio efficace, lo ha confermato a Marsiglia e adesso ha la credibilità per allenare la Juventus. Sarà una partita molto intrigante, non c’è più lo sbilanciamento che vedevamo negli ultimi anni a favore dell’Atalanta. I valori si sono avvicinati e resta una delle sfide più interessanti del weekend".

Ha sottolineato quanto la Juventus di Tudor, per acquisire ancora più credibilità, abbia bisogno di sistemare qualcosa in fase difensiva. C’è una Roma che, zitta zitta, in quattro giornate ha già collezionato tre clean sheet, subendo una sola rete. Si accredita, dunque, per cosa? Dove può arrivare concretamente questa Roma? 

“È vero, la Roma ha dei numeri che devono essere osservati con attenzione: un solo gol subito in quattro giornate è un dato importante, anche se va preso con le pinze. Ma può già essere un’indicazione. Non è una novità: già dall’arrivo di Ranieri lo scorso anno, la squadra ha cominciato a costruire la propria solidità partendo dalla difesa. Nella seconda parte di stagione era praticamente impermeabile. Ha trovato in Svilar uno dei migliori portieri del campionato e una linea difensiva a tre composta da giocatori solidi, anche se non campionissimi: Mancini, Ndicka e Hermoso, che è stato ritrovato in questo inizio di stagione dopo un’annata complicata, quasi ai margini. La difesa è sicuramente il punto di forza. È vero che ha vinto molte partite di misura, per 1-0: questo ricorda un po’ la prima Juventus di Thiago Motta, lo scorso anno. Anche lì si partì da una difesa impenetrabile, poi arrivò la partita contro l’Inter che cambiò le cose. Rispetto a quella Juventus, però, la Roma ha già un pregresso solido di sei mesi. Per questo motivo le ambizioni vanno mantenute: è giusto inserirla nel lotto delle squadre in corsa per la Champions. Non la vedo ancora pronta per lo scudetto, perché rispetto a Napoli ed Inter le mancano certezze in fase offensiva. Se la difesa è a posto, davanti ci sono ancora punti interrogativi: penso alla posizione di Soulé, che sta cambiando modo di giocare, si sta ‘dybalizzando’, e alla punta centrale. Ferguson è un buon prospetto ma non ha ancora inciso, Dovbyk è stato vicino alla cessione ma è rimasto. Credo che la vera Roma offensiva la vedremo dopo il mercato di gennaio, quando Gasperini potrà avere un attaccante più adatto alle sue idee. Per ora, dunque, Roma competitiva per la Champions, ma non ancora da scudetto".

Milan-Napoli: chi ci arriva meglio? 

“Sicuramente il Napoli riparte dalle certezze dello scorso anno e da una campagna acquisti importante. Però l’assenza di Buongiorno pesa: è un giocatore fondamentale per la difesa di Conte. Anche senza di lui la squadra ha dimostrato solidità, grazie soprattutto a Juan Jesus, che è cresciuto tantissimo con Conte, ed a Rrahmani, che garantisce certezze. Ma senza Buongiorno qualcosa cambia negli equilibri. Il Milan arriva dalla vittoria con il Lecce, agevolata dal fatto che i salentini siano rimasti in dieci. Allegri ha potuto far rifiatare qualche titolare, ha trovato in Rabiot un metronomo di centrocampo e Modric sta vivendo una seconda giovinezza. Guardando la classifica, il Napoli ha tre punti in più e non ha l’ansia di vincere a tutti i costi. In questo momento direi 55% Napoli e 45% Milan. Ma attenzione, perché i rossoneri, senza impegni europei, avranno tanta voglia di far bene in campionato. L’anno scorso furono deludenti e quest’anno potrebbero essere molto più pericolosi. Resta comunque una partita da tripla".

Ha introdotto il tema Buongiorno. Da quando è a Napoli, sotto la gestione Conte, ha visto aumentare gli infortuni muscolari. Come giudica la gestione del ragazzo? 

“Conte è un allenatore molto attento a questi aspetti, quindi non credo abbia voluto rischiare Buongiorno se non lo riteneva recuperato al 100%. Gli infortuni muscolari sono sempre un’incognita, un terno al lotto, possono arrivare quando meno te lo aspetti. Io lo vedo più come un episodio di sfortuna che come un errore di gestione. Buongiorno, oltre a essere fondamentale per il Napoli, lo è anche per la Nazionale. È uno dei pilastri su cui ripartire per la qualificazione al Mondiale. Dispiace non vederlo con continuità, perché ha dimostrato di poter stare tranquillamente in una squadra di vertice in Italia e in Europa. Non penso che Conte sia così folle da rischiare un giocatore del genere per strappare tre punti al Pisa. Credo sia davvero una questione di casualità e sfortuna".

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di Napoli Magazine

26/09/2025 - 11:48

A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Fabio Donolato, giornalista e speaker di Radio Serie A.

Qualche mese fa la sfida tra Juventus e Atalanta fu praticamente a senso unico in favore della Dea. Adesso i valori sembrano essersi un po’ invertiti: chi arriva meglio a questa sfida? 

“È ovvio che all’Atalanta sia cambiato il mondo, sembra sia passata un’era geologica. Non dimentichiamoci che i nove anni di Gasperini si sono chiusi e ora Juric si trova tra le mani una bella patata bollente, perché l’Atalanta forse era la panchina più complicata da gestire in questa stagione. Veniamo da un decennio con Gasperini, dalla vittoria dell’Europa League e soprattutto dalla costruzione di uno stile di gioco e di un’identità forte. Juric, tra l’altro, non arriva da stagioni eccezionali, basti pensare a Roma e Southampton, quindi per lui il lavoro è davvero complicato. È vero che contro il Torino ha trovato una difesa non proprio nella miglior giornata, però intanto ha portato a casa un 3-0 solido e ha ritrovato Lookman. Vedremo quanto ci metterà a tornare in forma per essere una risorsa utile. Dall’altra parte, però, c’è la Juventus. È vero, è solida, ma non tanto dal punto di vista difensivo: guardando i numeri, la Juve ha incassato tanti gol tra Champions e campionato. Tuttavia, resta una squadra con basi solide. Tudor, che l’anno scorso sembrava quasi un ripiego, si sta dimostrando un tecnico credibile. Già a Verona aveva fatto vedere di avere idee precise e un calcio efficace, lo ha confermato a Marsiglia e adesso ha la credibilità per allenare la Juventus. Sarà una partita molto intrigante, non c’è più lo sbilanciamento che vedevamo negli ultimi anni a favore dell’Atalanta. I valori si sono avvicinati e resta una delle sfide più interessanti del weekend".

Ha sottolineato quanto la Juventus di Tudor, per acquisire ancora più credibilità, abbia bisogno di sistemare qualcosa in fase difensiva. C’è una Roma che, zitta zitta, in quattro giornate ha già collezionato tre clean sheet, subendo una sola rete. Si accredita, dunque, per cosa? Dove può arrivare concretamente questa Roma? 

“È vero, la Roma ha dei numeri che devono essere osservati con attenzione: un solo gol subito in quattro giornate è un dato importante, anche se va preso con le pinze. Ma può già essere un’indicazione. Non è una novità: già dall’arrivo di Ranieri lo scorso anno, la squadra ha cominciato a costruire la propria solidità partendo dalla difesa. Nella seconda parte di stagione era praticamente impermeabile. Ha trovato in Svilar uno dei migliori portieri del campionato e una linea difensiva a tre composta da giocatori solidi, anche se non campionissimi: Mancini, Ndicka e Hermoso, che è stato ritrovato in questo inizio di stagione dopo un’annata complicata, quasi ai margini. La difesa è sicuramente il punto di forza. È vero che ha vinto molte partite di misura, per 1-0: questo ricorda un po’ la prima Juventus di Thiago Motta, lo scorso anno. Anche lì si partì da una difesa impenetrabile, poi arrivò la partita contro l’Inter che cambiò le cose. Rispetto a quella Juventus, però, la Roma ha già un pregresso solido di sei mesi. Per questo motivo le ambizioni vanno mantenute: è giusto inserirla nel lotto delle squadre in corsa per la Champions. Non la vedo ancora pronta per lo scudetto, perché rispetto a Napoli ed Inter le mancano certezze in fase offensiva. Se la difesa è a posto, davanti ci sono ancora punti interrogativi: penso alla posizione di Soulé, che sta cambiando modo di giocare, si sta ‘dybalizzando’, e alla punta centrale. Ferguson è un buon prospetto ma non ha ancora inciso, Dovbyk è stato vicino alla cessione ma è rimasto. Credo che la vera Roma offensiva la vedremo dopo il mercato di gennaio, quando Gasperini potrà avere un attaccante più adatto alle sue idee. Per ora, dunque, Roma competitiva per la Champions, ma non ancora da scudetto".

Milan-Napoli: chi ci arriva meglio? 

“Sicuramente il Napoli riparte dalle certezze dello scorso anno e da una campagna acquisti importante. Però l’assenza di Buongiorno pesa: è un giocatore fondamentale per la difesa di Conte. Anche senza di lui la squadra ha dimostrato solidità, grazie soprattutto a Juan Jesus, che è cresciuto tantissimo con Conte, ed a Rrahmani, che garantisce certezze. Ma senza Buongiorno qualcosa cambia negli equilibri. Il Milan arriva dalla vittoria con il Lecce, agevolata dal fatto che i salentini siano rimasti in dieci. Allegri ha potuto far rifiatare qualche titolare, ha trovato in Rabiot un metronomo di centrocampo e Modric sta vivendo una seconda giovinezza. Guardando la classifica, il Napoli ha tre punti in più e non ha l’ansia di vincere a tutti i costi. In questo momento direi 55% Napoli e 45% Milan. Ma attenzione, perché i rossoneri, senza impegni europei, avranno tanta voglia di far bene in campionato. L’anno scorso furono deludenti e quest’anno potrebbero essere molto più pericolosi. Resta comunque una partita da tripla".

Ha introdotto il tema Buongiorno. Da quando è a Napoli, sotto la gestione Conte, ha visto aumentare gli infortuni muscolari. Come giudica la gestione del ragazzo? 

“Conte è un allenatore molto attento a questi aspetti, quindi non credo abbia voluto rischiare Buongiorno se non lo riteneva recuperato al 100%. Gli infortuni muscolari sono sempre un’incognita, un terno al lotto, possono arrivare quando meno te lo aspetti. Io lo vedo più come un episodio di sfortuna che come un errore di gestione. Buongiorno, oltre a essere fondamentale per il Napoli, lo è anche per la Nazionale. È uno dei pilastri su cui ripartire per la qualificazione al Mondiale. Dispiace non vederlo con continuità, perché ha dimostrato di poter stare tranquillamente in una squadra di vertice in Italia e in Europa. Non penso che Conte sia così folle da rischiare un giocatore del genere per strappare tre punti al Pisa. Credo sia davvero una questione di casualità e sfortuna".