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SHOW TIME - Rivieccio: "Caro Walter, ora riporta il Napoli con le lancette dell’orologio cinque mesi indietro"
16.11.2023 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Tornare dopo 10 anni di assenza non è una cosa che capita sempre. La prima immagine che mi viene in mente è quella della trama de I Girasoli, capolavoro di De Sica, dove un sontuoso Mastroianni partito per la guerra in Russia, s’innamora di una donna di quei luoghi che l’aveva salvato allo stremo delle forze tra la neve, mentre la sua compagna italiana (una impareggiabile Sophia Loren) lo dava per disperso di guerra, ignara della nuova vita che il compagno si era rifatto nel paese caucasico. De Laurentiis però in questi anni non ha cercato Mazzarri, è stato obbligato a sceglierlo per cause di forza maggiore, dopo l’involuzione francese prodotta sulla squadra. Dopo aver tentennato e depistato i cronisti con un ex juventino nonché ex veronese (cose non da poco), ha puntato diritto al cuore del passato facendo prevalere i batticuore dei bilanci ma anche quelli dei sentimenti. C’è chi in estate traghetta fino a Ischia e chi come il presidente sceglie un allenatore che traghetti fino a giugno. Succede in amore tra ex, che dopo essersi restituiti persino i regali di nozze, dopo anni e anni si torni insieme più felici di prima. Quello di Mazzarri e la squadra azzurra fu un matrimonio durato 4 anni, senza interessi, il più lungo dell’era De Laurentiis, poi finito maluccio per colpa di una sirena nerazzurra che sancì il declino del tecnico toscano. Vennero storie con colori granata e un mezzo feeling con un’isolana, persino una fuga con una ricca anglosassone, ma Mazzarri il meglio lo ha dato e ricevuto dalla sirena Partenope. Molti ora si chiedono: è possibile per due innamorati tornare insieme senza rinfacciarsi ripicche e tradimenti? Ma soprattutto sarà possibile per Walter rincollare i cocci lasciati dal suo predecessore? E poi quali saranno le differenze che troverà rispetto a dieci anni fa in seno alla società? A parte Starace con il suo caffè (anche se domenica negli spogliatoi ha distribuito camomilla per tutti), Mazzarri troverà un ambiente completamente nuovo. Dovrà rinunciare alla sua difesa a tre e continuare con il modulo spallettiano che tante glorie ha prodotto. Non avrà più Lavezzi e Cavani ma Kvara e Osimhen. In difesa non più Aronica ma Rrahmani e a centrocampo Lobotka al posto di Hamsik. Probabilmente sarà tentato di innestare e trapiantare i cromosomi di quei figli adottati in quelli che sta per adottare, sperando già contro l’Atalanta di vedere in campo Kvaravezzi e Osivani, Lobotsik e Rrahmanica, in porta De Meretis e sulle fasce Di Loraggio e Ruicampagnaro. Per il resto registro solo uno stupore della tifoseria che dopo cinque mesi non avrebbe mai pensato di ritrovarsi in questo stato. Una tifoseria che ha accolto Mazzarri con affetto e al quale chiede un miracolo: riportare il Napoli con le lancette dell’orologio cinque mesi indietro. Lo stesso orologio che il tecnico esibiva ogni volta che protestava verso l’arbitro per le perdite di tempo degli avversari. Magari togliendosi anche la giacca. Ma senza mai abbassare la testa. Come nel costume di Walter. Auguri! 

 

 
 
Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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16/11/2024 - 23:55

NAPOLI - Tornare dopo 10 anni di assenza non è una cosa che capita sempre. La prima immagine che mi viene in mente è quella della trama de I Girasoli, capolavoro di De Sica, dove un sontuoso Mastroianni partito per la guerra in Russia, s’innamora di una donna di quei luoghi che l’aveva salvato allo stremo delle forze tra la neve, mentre la sua compagna italiana (una impareggiabile Sophia Loren) lo dava per disperso di guerra, ignara della nuova vita che il compagno si era rifatto nel paese caucasico. De Laurentiis però in questi anni non ha cercato Mazzarri, è stato obbligato a sceglierlo per cause di forza maggiore, dopo l’involuzione francese prodotta sulla squadra. Dopo aver tentennato e depistato i cronisti con un ex juventino nonché ex veronese (cose non da poco), ha puntato diritto al cuore del passato facendo prevalere i batticuore dei bilanci ma anche quelli dei sentimenti. C’è chi in estate traghetta fino a Ischia e chi come il presidente sceglie un allenatore che traghetti fino a giugno. Succede in amore tra ex, che dopo essersi restituiti persino i regali di nozze, dopo anni e anni si torni insieme più felici di prima. Quello di Mazzarri e la squadra azzurra fu un matrimonio durato 4 anni, senza interessi, il più lungo dell’era De Laurentiis, poi finito maluccio per colpa di una sirena nerazzurra che sancì il declino del tecnico toscano. Vennero storie con colori granata e un mezzo feeling con un’isolana, persino una fuga con una ricca anglosassone, ma Mazzarri il meglio lo ha dato e ricevuto dalla sirena Partenope. Molti ora si chiedono: è possibile per due innamorati tornare insieme senza rinfacciarsi ripicche e tradimenti? Ma soprattutto sarà possibile per Walter rincollare i cocci lasciati dal suo predecessore? E poi quali saranno le differenze che troverà rispetto a dieci anni fa in seno alla società? A parte Starace con il suo caffè (anche se domenica negli spogliatoi ha distribuito camomilla per tutti), Mazzarri troverà un ambiente completamente nuovo. Dovrà rinunciare alla sua difesa a tre e continuare con il modulo spallettiano che tante glorie ha prodotto. Non avrà più Lavezzi e Cavani ma Kvara e Osimhen. In difesa non più Aronica ma Rrahmani e a centrocampo Lobotka al posto di Hamsik. Probabilmente sarà tentato di innestare e trapiantare i cromosomi di quei figli adottati in quelli che sta per adottare, sperando già contro l’Atalanta di vedere in campo Kvaravezzi e Osivani, Lobotsik e Rrahmanica, in porta De Meretis e sulle fasce Di Loraggio e Ruicampagnaro. Per il resto registro solo uno stupore della tifoseria che dopo cinque mesi non avrebbe mai pensato di ritrovarsi in questo stato. Una tifoseria che ha accolto Mazzarri con affetto e al quale chiede un miracolo: riportare il Napoli con le lancette dell’orologio cinque mesi indietro. Lo stesso orologio che il tecnico esibiva ogni volta che protestava verso l’arbitro per le perdite di tempo degli avversari. Magari togliendosi anche la giacca. Ma senza mai abbassare la testa. Come nel costume di Walter. Auguri! 

 

 
 
Gino Rivieccio

 

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