M' 'o vveco io
SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Napoli, di che pasta sei fatto?"
01.12.2023 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Una cosa è certa: il Napoli della scorsa stagione dal Real dell’altra sera (privo di otto titolari ) non le avrebbe prese. Anzi sul 2 a 2 forse l’avrebbe anche vinta. Ma il Napoli della scorsa stagione al netto di Luciano, e al lordo della buona sorte, aveva in difesa un certo Kim che alla men peggio andava a sportellate contro attaccanti del peso di Bellingham o Rodrygo. Aveva una coppia di centrali meglio affiatati, aveva un Mario Rui in una stagione irripetibile, per non parlare del centrocampo con Lobotka e Anguissa che correvano più di una Tesla. Inoltre Osimhen aveva una voglia di “scassare” le porte avversarie e De Laurentiss quella di non ”scassare” gli equilibri. Il povero Mazzarri, febbricitante, ha raccolto i cocci di un computer formattato da un tecnico francese convinto che l’aggeggio fosse stato contagiato da un virus. E De Laurentiis ha scelto un altro antivirus: un toscano che ha avuto il merito in soli 4 giorni di ricompattare il gruppo, infondere fiducia ma non di far ritrovare lo smalto migliore in alcuni dei suoi pezzi migliori. La sensazione avuta anche l’altra sera al Bernabeu è infatti di un Napoli che ha un giro in meno rispetto agli altri e almeno due velocità indietro rispetto allo scorso anno, risultato di una preparazione atletica affidata per mesi a chi forse pensava che il calcio fosse come la scherma. Ora c’è da battere il Braga (ma anche un pareggio andrebbe bene) e soprattutto ritrovare la concentrazione in campionato. A cominciare da domenica sera quando al Maradona, conteso da De Laurentiis e da qualche consigliere, arriverà l’Inter di Inzaghi che in quanto a velocità ed energia attraversa un momento magico, come testimoniato dalla rimonta a Lisbona nonostante fosse privo di alcuni titolari. Non sarà facile ma ora è arrivato il momento di capire che tipo di pasta mettere a tavola. Lasciando stare i maltagliati di Garcia, il buon Mazzarri, a cominciare dalla difesa, dovrà capire se ancora il caso di insistere sulla tagliatella Juan Jesus sulla fascia. Personalmente ritengo che il pacchero Ostigard debba rientrare e fare coppia fissa con la penna rigata Rrahmani, mentre a sinistra lancerei il rigatone Zanoli. E inoltre riproporrei a sorpresa la fettuccina Raspadori che sta attraversando un momento di grazia. Un po’ come quella che stiamo chiedendo a San Gennaro in vista di questo doppio e delicato confronto (l’8 dicembre saliremo all’Allianz), che ci farà capire che anno sarà quello che sta per entrare. Intanto la pentola dei sogni non si è mai spenta. Anzi continua a bollire. Ne riparliamo lunedi.

 

 
 
Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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01/12/2024 - 23:55

NAPOLI - Una cosa è certa: il Napoli della scorsa stagione dal Real dell’altra sera (privo di otto titolari ) non le avrebbe prese. Anzi sul 2 a 2 forse l’avrebbe anche vinta. Ma il Napoli della scorsa stagione al netto di Luciano, e al lordo della buona sorte, aveva in difesa un certo Kim che alla men peggio andava a sportellate contro attaccanti del peso di Bellingham o Rodrygo. Aveva una coppia di centrali meglio affiatati, aveva un Mario Rui in una stagione irripetibile, per non parlare del centrocampo con Lobotka e Anguissa che correvano più di una Tesla. Inoltre Osimhen aveva una voglia di “scassare” le porte avversarie e De Laurentiss quella di non ”scassare” gli equilibri. Il povero Mazzarri, febbricitante, ha raccolto i cocci di un computer formattato da un tecnico francese convinto che l’aggeggio fosse stato contagiato da un virus. E De Laurentiis ha scelto un altro antivirus: un toscano che ha avuto il merito in soli 4 giorni di ricompattare il gruppo, infondere fiducia ma non di far ritrovare lo smalto migliore in alcuni dei suoi pezzi migliori. La sensazione avuta anche l’altra sera al Bernabeu è infatti di un Napoli che ha un giro in meno rispetto agli altri e almeno due velocità indietro rispetto allo scorso anno, risultato di una preparazione atletica affidata per mesi a chi forse pensava che il calcio fosse come la scherma. Ora c’è da battere il Braga (ma anche un pareggio andrebbe bene) e soprattutto ritrovare la concentrazione in campionato. A cominciare da domenica sera quando al Maradona, conteso da De Laurentiis e da qualche consigliere, arriverà l’Inter di Inzaghi che in quanto a velocità ed energia attraversa un momento magico, come testimoniato dalla rimonta a Lisbona nonostante fosse privo di alcuni titolari. Non sarà facile ma ora è arrivato il momento di capire che tipo di pasta mettere a tavola. Lasciando stare i maltagliati di Garcia, il buon Mazzarri, a cominciare dalla difesa, dovrà capire se ancora il caso di insistere sulla tagliatella Juan Jesus sulla fascia. Personalmente ritengo che il pacchero Ostigard debba rientrare e fare coppia fissa con la penna rigata Rrahmani, mentre a sinistra lancerei il rigatone Zanoli. E inoltre riproporrei a sorpresa la fettuccina Raspadori che sta attraversando un momento di grazia. Un po’ come quella che stiamo chiedendo a San Gennaro in vista di questo doppio e delicato confronto (l’8 dicembre saliremo all’Allianz), che ci farà capire che anno sarà quello che sta per entrare. Intanto la pentola dei sogni non si è mai spenta. Anzi continua a bollire. Ne riparliamo lunedi.

 

 
 
Gino Rivieccio

 

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