M' 'o vveco io
SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Caro Mertens, prepara la pastiera!"
31.03.2022 23:15 di Napoli Magazine

NAPOLI - Dopo la Waterloo azzurra torna il campionato con due sfide di grande interesse: Atalanta-Napoli e Juventus-Inter. Ma torna un torneo che si porta dietro tutti gli interrogativi e i dubbi per una volta non legati soltanto agli errori arbitrali, ma allo stato di salute del calcio italiano, in terapia intensiva dopo l’ennesima delusione di connazionali strapagati e probabilmente sopravvalutati. Ci rituffiamo nel campionato senza dimenticare le scorie di una settimana che segnerà in maniera indelebile il calcio italiota per i prossimi quattro anni, fin quando non riusciremo (e se ci riusciremo) nuovamente a qualificarci alla fase finale di un campionato del Mondo. Non sta a me qui classificare le colpe di una così ingloriosa fine. Ma una cosa è certa: alcune squadre del nostro campionato (e qui ci metto anche il mio Napoli) senza gli stranieri non sarebbero dove sono. Penso all’Inter della passata stagione con Hakimi e Lukaku, alla Juve attuale senza i gol di Ronaldo e a quelli ritrovati di Vlahovic e perché no anche alle prodezze decisive di Osimhen che tengono a galla il Napoli per la corsa scudetto. Una corsa che domenica incrocia l’Atalanta in un incontro che si preannuncia caldo come da tradizione in terra orobica. Dove trentadue anni fa grazie a una monetina sul capo di Alemao, mettemmo l’ipoteca sullo scudetto. All’epoca c’erano le lire perché l’euro sarebbe arrivato dodici anni dopo. Ma quelle 100 lire che tanto fecero incazzare Galliani e Berlusconi, che avevano la calcolatrice con le pile scariche e gridarono alla sceneggiata di Carmando e del brasiliano, ebbene quelle 100 lire però se al cambio si rivelarono salvifiche per la volata finale, alla fine decretarono lo spartiacque tra il nobile passato e quello deprimente che si sarebbe materializzato dall’anno dopo. Ma non è del passato che voglio parlare, piuttosto della sfida di domenica pomeriggio ai piedi della Val Brembana ospiti di Mister Simpatia Gasp, che probabilmente vede nella partita contro di noi l’ultimo bus utile per agganciarsi alla zona Champions. Ci arriviamo senza il Victor che a Palermo al posto di Berardi avrebbe risolto da solo la pratica Macedonia, ma soprattutto senza il Di Lorenzo la cui assenza si farà sentire fin dopo Pasqua. Ancora oggi mi convinco che se Mancini avesse avuto sulla fascia i cross “pastiera” e le incursioni a colomba del Giovanni partenopeo, probabilmente adesso staremmo a programmare il viaggio in Qatar a novembre. E invece non prendiamo il Qatar ma prendiamo per buona la resilienza di Mancini che decide di restare al timone della Nazionale anticipando la sorpresa di Pasqua. Intanto personalmente domenica a Bergamo mi aspetto una pastiera super profumata da papà Mertens, che ha ricevuto il regalo più dolce nella settimana più amara per il calcio italiano.

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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31/03/2024 - 23:15

NAPOLI - Dopo la Waterloo azzurra torna il campionato con due sfide di grande interesse: Atalanta-Napoli e Juventus-Inter. Ma torna un torneo che si porta dietro tutti gli interrogativi e i dubbi per una volta non legati soltanto agli errori arbitrali, ma allo stato di salute del calcio italiano, in terapia intensiva dopo l’ennesima delusione di connazionali strapagati e probabilmente sopravvalutati. Ci rituffiamo nel campionato senza dimenticare le scorie di una settimana che segnerà in maniera indelebile il calcio italiota per i prossimi quattro anni, fin quando non riusciremo (e se ci riusciremo) nuovamente a qualificarci alla fase finale di un campionato del Mondo. Non sta a me qui classificare le colpe di una così ingloriosa fine. Ma una cosa è certa: alcune squadre del nostro campionato (e qui ci metto anche il mio Napoli) senza gli stranieri non sarebbero dove sono. Penso all’Inter della passata stagione con Hakimi e Lukaku, alla Juve attuale senza i gol di Ronaldo e a quelli ritrovati di Vlahovic e perché no anche alle prodezze decisive di Osimhen che tengono a galla il Napoli per la corsa scudetto. Una corsa che domenica incrocia l’Atalanta in un incontro che si preannuncia caldo come da tradizione in terra orobica. Dove trentadue anni fa grazie a una monetina sul capo di Alemao, mettemmo l’ipoteca sullo scudetto. All’epoca c’erano le lire perché l’euro sarebbe arrivato dodici anni dopo. Ma quelle 100 lire che tanto fecero incazzare Galliani e Berlusconi, che avevano la calcolatrice con le pile scariche e gridarono alla sceneggiata di Carmando e del brasiliano, ebbene quelle 100 lire però se al cambio si rivelarono salvifiche per la volata finale, alla fine decretarono lo spartiacque tra il nobile passato e quello deprimente che si sarebbe materializzato dall’anno dopo. Ma non è del passato che voglio parlare, piuttosto della sfida di domenica pomeriggio ai piedi della Val Brembana ospiti di Mister Simpatia Gasp, che probabilmente vede nella partita contro di noi l’ultimo bus utile per agganciarsi alla zona Champions. Ci arriviamo senza il Victor che a Palermo al posto di Berardi avrebbe risolto da solo la pratica Macedonia, ma soprattutto senza il Di Lorenzo la cui assenza si farà sentire fin dopo Pasqua. Ancora oggi mi convinco che se Mancini avesse avuto sulla fascia i cross “pastiera” e le incursioni a colomba del Giovanni partenopeo, probabilmente adesso staremmo a programmare il viaggio in Qatar a novembre. E invece non prendiamo il Qatar ma prendiamo per buona la resilienza di Mancini che decide di restare al timone della Nazionale anticipando la sorpresa di Pasqua. Intanto personalmente domenica a Bergamo mi aspetto una pastiera super profumata da papà Mertens, che ha ricevuto il regalo più dolce nella settimana più amara per il calcio italiano.

 

 

Gino Rivieccio

 

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