M' 'o vveco io
SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Francia o Barca purché si marca"
24.02.2022 17:33 di Napoli Magazine

NAPOLI - “Francia o Spagna purchè se magna“ dicevano i nonni per indicare l’atteggiamento di chi a prescindere dalle proprie idee politiche si schierava con chi gli consentiva di mettere il piatto a tavola. “Francia o Barca purchè si marca“ dico io alla vigilia della sfida di stasera che ci vede contrapposti ai catalani. Questa storia di ripetere che “non sono più quelli di Messi e Neymar” sinceramente ha fatto il suo tempo ed è un rap che non funziona, almeno per le mie orecchie. Certo che il Barca non è quello di cinque anni fa, ma non è neanche il Pizzighettone o l’Entella. E’ una squadra quella di Piquet e soci, con almeno tre veterani che ti tolgono il sonno, un Dembelè che se decide di far scomparire la palla devi solo affidarti a un’agenzia di investigazioni e quattro giovani tra cui Pedri e Gavi che da soli possono mettere in crisi Putin e l’Armata Rossa. Senza contare il palmares e la storia di uno dei club più affascinanti al mondo. L’importante sarà affrontarli senza perderli mai d’occhio, giocare asfissiandoli e soprattutto arrivare prima sul pallone senza stravolgere l’assetto tattico. Insomma il contrario di quello che abbiamo visto a Cagliari lunedì sera dove mi sto ancora chiedendo il 3-5-2 (per qualcuno 3-4-2-1) che senso aveva contro una squadra che schierava in attacco il solo Joao Pedro. Attenzione non è una critica a Spalletti che probabilmente non ha ritenuto Ounas pronto a entrare dal 1’ minuto preferendo così un altro modulo e neppure rischiare Osimhen subito pur di chiudere la partita. Però l’approccio mentale e fisico è stato tra i più destabilizzanti degli ultimi due anni. Se per esempio avessimo avuto Mazzarri in campo al posto di Demme, vista la grinta che il tecnico sfoderava a bordo campo, forse la nostra pressione a centrocampo sarebbe stata migliore e quella di Walter meno alta (se avessero spento i riflettori il campo sarebbe stato lo stesso illuminato dalle gote fluorescenti del tecnico toscano). E’ un esame quello di stasera decisivo come la procedura civile a Giurisprudenza o anatomia a Medicina. Giochiamocela con Insigne e Politano senza pensare all’1 a 1 dell’andata. Giochiamocela con convinzione pensando al primo tempo esibito contro l’Inter e a quello visto al Camp Nou. Ma soprattutto giochiamocela con personalità e con i 42.000 sugli spalti che spingeranno la squadra verso quel passaggio del turno che, come la Bibbia, può aprire molte porte. Insomma: che sia una partita biblica!

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

24/02/2024 - 17:33

NAPOLI - “Francia o Spagna purchè se magna“ dicevano i nonni per indicare l’atteggiamento di chi a prescindere dalle proprie idee politiche si schierava con chi gli consentiva di mettere il piatto a tavola. “Francia o Barca purchè si marca“ dico io alla vigilia della sfida di stasera che ci vede contrapposti ai catalani. Questa storia di ripetere che “non sono più quelli di Messi e Neymar” sinceramente ha fatto il suo tempo ed è un rap che non funziona, almeno per le mie orecchie. Certo che il Barca non è quello di cinque anni fa, ma non è neanche il Pizzighettone o l’Entella. E’ una squadra quella di Piquet e soci, con almeno tre veterani che ti tolgono il sonno, un Dembelè che se decide di far scomparire la palla devi solo affidarti a un’agenzia di investigazioni e quattro giovani tra cui Pedri e Gavi che da soli possono mettere in crisi Putin e l’Armata Rossa. Senza contare il palmares e la storia di uno dei club più affascinanti al mondo. L’importante sarà affrontarli senza perderli mai d’occhio, giocare asfissiandoli e soprattutto arrivare prima sul pallone senza stravolgere l’assetto tattico. Insomma il contrario di quello che abbiamo visto a Cagliari lunedì sera dove mi sto ancora chiedendo il 3-5-2 (per qualcuno 3-4-2-1) che senso aveva contro una squadra che schierava in attacco il solo Joao Pedro. Attenzione non è una critica a Spalletti che probabilmente non ha ritenuto Ounas pronto a entrare dal 1’ minuto preferendo così un altro modulo e neppure rischiare Osimhen subito pur di chiudere la partita. Però l’approccio mentale e fisico è stato tra i più destabilizzanti degli ultimi due anni. Se per esempio avessimo avuto Mazzarri in campo al posto di Demme, vista la grinta che il tecnico sfoderava a bordo campo, forse la nostra pressione a centrocampo sarebbe stata migliore e quella di Walter meno alta (se avessero spento i riflettori il campo sarebbe stato lo stesso illuminato dalle gote fluorescenti del tecnico toscano). E’ un esame quello di stasera decisivo come la procedura civile a Giurisprudenza o anatomia a Medicina. Giochiamocela con Insigne e Politano senza pensare all’1 a 1 dell’andata. Giochiamocela con convinzione pensando al primo tempo esibito contro l’Inter e a quello visto al Camp Nou. Ma soprattutto giochiamocela con personalità e con i 42.000 sugli spalti che spingeranno la squadra verso quel passaggio del turno che, come la Bibbia, può aprire molte porte. Insomma: che sia una partita biblica!

 

 

Gino Rivieccio

 

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