M' 'o vveco io
SHOW TIME - Rivieccio scrive su "NM": "Il Vesuvio scrive ad Andrea Agnelli"
13.10.2018 21:52 di Napoli Magazine

NAPOLI - Gentile dott. Andrea,

 

Le esprimo tutto il mio rammarico per il ricorso (per fortuna bocciato) presentato dalla Sua Società avverso la squalifica della tribuna sud per i cori razzisti nella sfida del 29 settembre contro il Napoli. Anzi, come i caffè al bar, i turni di squalifica passano a due.

 

Mi permetto di farle notare che al suo posto avrei decisamente evitato un tal tipo di reclamo perché contro il razzismo e le sguaiate volgarità, una società seria come la Sua dovrebbe prendere le distanze dagli imbecilli incivili e non appellarsi ai cavilli dei legulei. Perchè i cavilli in questi casi non servono e possono produrre solo dei cavilli… di ritorno (se un giorno avrò il piacere di incontrarla Le spiegherò a Napoli cosa vuol dire).  Senza scomodare Suo zio che sono convinto non avrebbe mai sollecitato una simile difesa (ma l’Avvocato era l’Avvocato), Le giro la lettera recapitatami l’altro giorno dal Vesuvio quando mi sono ritrovato alle sue falde nella casa che era di Antonio Ranieri. Lei che è uomo istruito ma forse troppo impulsivo, sa che Ranieri non è solo il noto e popolare artista napoletano, ma nella letteratura era l’amico di Giacomo Leopardi che nella sua casa alle falde del vulcano di cui sopra, scrisse " la Ginestra".  La ginestra   è un fiore speciale perché come ben sa da uomo colto, cresce nei terreni aridi e si alimenta anche senz’acqua. Insomma la Ginestra ha un dna simile al nostro: il vento contrario della vita, le avversità, le offese non ci piegano e non ci spezzano. Come succede a questo fiore giallo che chissà quante volte avrà incrociato nella sua lussuosa Fiat. Ma scusandomi per il disturbo arrecatole, Le giro la missiva del nostro amato vulcano.

 

"Caro Andrea, fai sapere agli imbecilli che ad ogni occasione inneggiano alla mia lava per lavare i napoletani, che i loro cervelli emanano effluvi di razzismo e ignoranza che la Solfatara, al confronto, sembra la lavanda Cannavale.  

 

Ma è possibile che stanno sempre a pensare a noi napoletani, anche quando vanno a giocare all’estero? Loro invitano i miei compaesani a lavarsi, ma si scordati che quando anni fa i vostri antenati sono venuti a depredare i nostri beni, hanno scambiato un bidet per una chitarra? Ma io non me la prendo con loro. Io ce l’ho con quelli che potrebbero cambiare le cose ma invece qualificano i cori beceri e razzisti come normali sfottò. Con quelli come Allegri che dicono che i cori verso Koulibaly a Torino non li ha sentiti, con gli arbitri che non interrompono le partite, con quelli come te che hanno perso l’occasione per mostrare sdegno e dissociarsi rinunciando a un ridicolo ricorso. Voglio solo ricordare a queste persone che avere la fortuna di nascere e vivere qui significa approfondire e capire la grande cultura che esala dalla terra. Nelle nostre province si ritrovano, ancora visibili e vive, le tracce della Grecia di Pericle, della Cartagine di Annibale, della Roma di Adriano, della Firenze dei Medici, della Spagna di Cervantes, della Francia di Voltaire. Qui si possono ripercorrere il mito di Ulisse e delle sirene, la discesa di Enea negli inferi, le occupazioni normanne, spagnole e austriache, le megalomanie borboniche pietrificate nei grandi palazzi reali, sentire le magiche melodie di Pergolesi, Bellini, Rossini, Donizetti. Potrei continuare per ore ma mi fermo qui.

 

Quindi non c‘è bisogno, che una frangia della tua tifoseria urli di non essere napoletana, perché lo si capisce. La puzza che dice di sentire quando arrivano i napoletani, è odore di storia, di cultura, profumo di arte, aroma di civiltà.  Perciò, signori della tribuna sud, prima di parlare di Napoli ‘mparateve! 

 

Salutandoti indistintamente,

 

il Vesuvio".

 

Torre del Greco, 13 ottobre 2018.

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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SHOW TIME - Rivieccio scrive su "NM": "Il Vesuvio scrive ad Andrea Agnelli"

di Napoli Magazine

13/10/2024 - 21:52

NAPOLI - Gentile dott. Andrea,

 

Le esprimo tutto il mio rammarico per il ricorso (per fortuna bocciato) presentato dalla Sua Società avverso la squalifica della tribuna sud per i cori razzisti nella sfida del 29 settembre contro il Napoli. Anzi, come i caffè al bar, i turni di squalifica passano a due.

 

Mi permetto di farle notare che al suo posto avrei decisamente evitato un tal tipo di reclamo perché contro il razzismo e le sguaiate volgarità, una società seria come la Sua dovrebbe prendere le distanze dagli imbecilli incivili e non appellarsi ai cavilli dei legulei. Perchè i cavilli in questi casi non servono e possono produrre solo dei cavilli… di ritorno (se un giorno avrò il piacere di incontrarla Le spiegherò a Napoli cosa vuol dire).  Senza scomodare Suo zio che sono convinto non avrebbe mai sollecitato una simile difesa (ma l’Avvocato era l’Avvocato), Le giro la lettera recapitatami l’altro giorno dal Vesuvio quando mi sono ritrovato alle sue falde nella casa che era di Antonio Ranieri. Lei che è uomo istruito ma forse troppo impulsivo, sa che Ranieri non è solo il noto e popolare artista napoletano, ma nella letteratura era l’amico di Giacomo Leopardi che nella sua casa alle falde del vulcano di cui sopra, scrisse " la Ginestra".  La ginestra   è un fiore speciale perché come ben sa da uomo colto, cresce nei terreni aridi e si alimenta anche senz’acqua. Insomma la Ginestra ha un dna simile al nostro: il vento contrario della vita, le avversità, le offese non ci piegano e non ci spezzano. Come succede a questo fiore giallo che chissà quante volte avrà incrociato nella sua lussuosa Fiat. Ma scusandomi per il disturbo arrecatole, Le giro la missiva del nostro amato vulcano.

 

"Caro Andrea, fai sapere agli imbecilli che ad ogni occasione inneggiano alla mia lava per lavare i napoletani, che i loro cervelli emanano effluvi di razzismo e ignoranza che la Solfatara, al confronto, sembra la lavanda Cannavale.  

 

Ma è possibile che stanno sempre a pensare a noi napoletani, anche quando vanno a giocare all’estero? Loro invitano i miei compaesani a lavarsi, ma si scordati che quando anni fa i vostri antenati sono venuti a depredare i nostri beni, hanno scambiato un bidet per una chitarra? Ma io non me la prendo con loro. Io ce l’ho con quelli che potrebbero cambiare le cose ma invece qualificano i cori beceri e razzisti come normali sfottò. Con quelli come Allegri che dicono che i cori verso Koulibaly a Torino non li ha sentiti, con gli arbitri che non interrompono le partite, con quelli come te che hanno perso l’occasione per mostrare sdegno e dissociarsi rinunciando a un ridicolo ricorso. Voglio solo ricordare a queste persone che avere la fortuna di nascere e vivere qui significa approfondire e capire la grande cultura che esala dalla terra. Nelle nostre province si ritrovano, ancora visibili e vive, le tracce della Grecia di Pericle, della Cartagine di Annibale, della Roma di Adriano, della Firenze dei Medici, della Spagna di Cervantes, della Francia di Voltaire. Qui si possono ripercorrere il mito di Ulisse e delle sirene, la discesa di Enea negli inferi, le occupazioni normanne, spagnole e austriache, le megalomanie borboniche pietrificate nei grandi palazzi reali, sentire le magiche melodie di Pergolesi, Bellini, Rossini, Donizetti. Potrei continuare per ore ma mi fermo qui.

 

Quindi non c‘è bisogno, che una frangia della tua tifoseria urli di non essere napoletana, perché lo si capisce. La puzza che dice di sentire quando arrivano i napoletani, è odore di storia, di cultura, profumo di arte, aroma di civiltà.  Perciò, signori della tribuna sud, prima di parlare di Napoli ‘mparateve! 

 

Salutandoti indistintamente,

 

il Vesuvio".

 

Torre del Greco, 13 ottobre 2018.

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com