Le tre vittorie nelle prime tre giornate contro Parma, Genoa e Inter avevano un po' illuso tutti in casa Juventus ma con il passare del tempo la squadra di Tudor sembra sempre più quella di Thiago Motta e, come l'anno scorso, è stata infettata dal virus della pareggite. Quello contro il Milan, tra campionato e Champions, è il quinto pareggio di fila dopo Verona, Atalanta, Borussia Dortmund e Villarreal. La buona notizia è che la squadra è ancora imbattuta in stagione ma, dopo la prova con i rossoneri, c'è davvero poco da salvare. E se un difensore, Gatti, tra gol con una rovesciata spettacolare al Villarreal e occasionissima sventata da Maignan è il più pericoloso dei tuoi, c'è qualcosa che non va.
A squillare più forte è il campanello d'allarme in attacco, dove Tudor a forza di ruotare in continuazione non è ancora riuscito a trovare la giusta quadra. Contro il Milan il solo Conceiçao è stato all'altezza delle aspettative con la sua velocità e i suoi strappi, tanto che rimane incomprensibile il motivo della sua sostituzione a metà ripresa. E nella serata in cui anche Yildiz delude, allora la notte è davvero buia e porta con sé più dubbi che certezze. Uno di questi è senza dubbio David, titolare in campionato dopo tre partite in cui aveva collezionato solo 31 minuti in campo (11 con l'Inter, 20 con il Verona e zero contro l'Atalanta). L'attaccante canadese è lontano parente del bomber ammirato al Lille e sembra soffrire la mancanza di continuità, anche dovuta al fatto che il suo unico centro stagionale risale alla prima giornata contro il Parma e poi stop, a parte un assist contro l'Inter. La staffetta con Vlahovic, poi, non dà più gli stessi frutti di inizio stagione, quando il serbo era sempre decisivo una volta entrato dalla panchina. Contro il Milan, rispetto ai colleghi, almeno ci ha messo la voglia e lo Stadium ha apprezzato alcuni recuperi in fase di non possesso.
È ancora, invece, un oggetto misterioso Openda, che ha l'unico alibi di essere l'ultimo arrivato. Tudor quando lo ha lanciato in campo lo ha quasi sempre messo come punta avanzata, un ruolo che non pare sposarsi bene con le sue caratteristiche: nei 204 minuti giocati in stagione, la casella di gol e assist riporta ancora un poco incoraggiante zero.
Ora arriva la sosta per le Nazionali, poi la Juve è chiamata a cambiare passo anche se non sarà semplice visto che la attendono tre trasferte contro Como, Real Madrid e Lazio. Gare complicate che diranno qualcosa in più delle ambizioni bianconere in questa stagione.
di Napoli Magazine
06/10/2025 - 23:20
Le tre vittorie nelle prime tre giornate contro Parma, Genoa e Inter avevano un po' illuso tutti in casa Juventus ma con il passare del tempo la squadra di Tudor sembra sempre più quella di Thiago Motta e, come l'anno scorso, è stata infettata dal virus della pareggite. Quello contro il Milan, tra campionato e Champions, è il quinto pareggio di fila dopo Verona, Atalanta, Borussia Dortmund e Villarreal. La buona notizia è che la squadra è ancora imbattuta in stagione ma, dopo la prova con i rossoneri, c'è davvero poco da salvare. E se un difensore, Gatti, tra gol con una rovesciata spettacolare al Villarreal e occasionissima sventata da Maignan è il più pericoloso dei tuoi, c'è qualcosa che non va.
A squillare più forte è il campanello d'allarme in attacco, dove Tudor a forza di ruotare in continuazione non è ancora riuscito a trovare la giusta quadra. Contro il Milan il solo Conceiçao è stato all'altezza delle aspettative con la sua velocità e i suoi strappi, tanto che rimane incomprensibile il motivo della sua sostituzione a metà ripresa. E nella serata in cui anche Yildiz delude, allora la notte è davvero buia e porta con sé più dubbi che certezze. Uno di questi è senza dubbio David, titolare in campionato dopo tre partite in cui aveva collezionato solo 31 minuti in campo (11 con l'Inter, 20 con il Verona e zero contro l'Atalanta). L'attaccante canadese è lontano parente del bomber ammirato al Lille e sembra soffrire la mancanza di continuità, anche dovuta al fatto che il suo unico centro stagionale risale alla prima giornata contro il Parma e poi stop, a parte un assist contro l'Inter. La staffetta con Vlahovic, poi, non dà più gli stessi frutti di inizio stagione, quando il serbo era sempre decisivo una volta entrato dalla panchina. Contro il Milan, rispetto ai colleghi, almeno ci ha messo la voglia e lo Stadium ha apprezzato alcuni recuperi in fase di non possesso.
È ancora, invece, un oggetto misterioso Openda, che ha l'unico alibi di essere l'ultimo arrivato. Tudor quando lo ha lanciato in campo lo ha quasi sempre messo come punta avanzata, un ruolo che non pare sposarsi bene con le sue caratteristiche: nei 204 minuti giocati in stagione, la casella di gol e assist riporta ancora un poco incoraggiante zero.
Ora arriva la sosta per le Nazionali, poi la Juve è chiamata a cambiare passo anche se non sarà semplice visto che la attendono tre trasferte contro Como, Real Madrid e Lazio. Gare complicate che diranno qualcosa in più delle ambizioni bianconere in questa stagione.