GIUSSANO - Cari lettori di "Napoli Magazine", non e' un bel periodo per noi sportivi. Dopo Franco Mancini, se ne e' andato prematuramente anche Piermario Morosini. Morire a 26 anni non e' giusto, non e' possibile, eppure e' accaduto. Una vita spezzata lascia spazio solo a tanti interrogativi irrisolti. Ci si chiede cosa si sarebbe potuto fare per evitarlo, si prova a dare la "colpa" all'ambulanza, ma intanto l'irreparabile e' accaduto ed indietro non si torna. Piermario, detto "Moro", aveva avuto finora una vita piena di problemi familiari; il calcio e la fidanzata, alla quale vanno le nostre sentite condoglianze, erano le sue gioie. Il mondo si e' fermato di fronte a quell'immagine di una partita come tante: voleva lottare per rialzarsi, due volte, ma non ce l'ha fatta. Cosi' dinanzi a quella scena carica di energia e, al tempo stesso, di amarezza e di dolore noi, che corriamo e non ci fermiamo mai nelle nostre canoniche 24 ore, gli dedichiamo il nostro pensiero. Ciao Moro, grazie per aver lottato fino alla fine. Mai come oggi, ribadisco il mio motto finale: buona vita a tutti.
Stefano Borgonovo
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
06/04/2012 - 04:47
GIUSSANO - Cari lettori di "Napoli Magazine", non e' un bel periodo per noi sportivi. Dopo Franco Mancini, se ne e' andato prematuramente anche Piermario Morosini. Morire a 26 anni non e' giusto, non e' possibile, eppure e' accaduto. Una vita spezzata lascia spazio solo a tanti interrogativi irrisolti. Ci si chiede cosa si sarebbe potuto fare per evitarlo, si prova a dare la "colpa" all'ambulanza, ma intanto l'irreparabile e' accaduto ed indietro non si torna. Piermario, detto "Moro", aveva avuto finora una vita piena di problemi familiari; il calcio e la fidanzata, alla quale vanno le nostre sentite condoglianze, erano le sue gioie. Il mondo si e' fermato di fronte a quell'immagine di una partita come tante: voleva lottare per rialzarsi, due volte, ma non ce l'ha fatta. Cosi' dinanzi a quella scena carica di energia e, al tempo stesso, di amarezza e di dolore noi, che corriamo e non ci fermiamo mai nelle nostre canoniche 24 ore, gli dedichiamo il nostro pensiero. Ciao Moro, grazie per aver lottato fino alla fine. Mai come oggi, ribadisco il mio motto finale: buona vita a tutti.
Stefano Borgonovo
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