NAPOLI - Chi ha seguito Napoli-Cagliari da casa, come me e tanti altri, ha avuto l'impressione che si stesse assistendo a uno spettacolo surreale. Pochi incitamenti, poche manifestazioni di gioia ai gol della squadra azzurra, anche i festeggiamenti per una coppa conquistata con enorme merito erano stati condotti in tono sommesso, quasi fosse una vergogna. A questo Napoli e il suo pubblico, fra i più entusiasti d'Italia, sono stati condotti da una situazione surreale. Tutto era cominciato (come sappiamo benissimo), dal fatto che, nello scegliere il percorso verso l'Olimpico che i tifosi napoletani dovevano fare, non si è tenuto conto della presenza, in quella zona, di certi individui già noti alla Questura e colpiti da Daspo. C'è stato il lancio di mortaretti, la reazione, i colpi di pistola, un ferito portato in ospedale in condizioni gravissime. Volete che, prima della partita, l'atmosfera nell'impianto romano non risentisse dei fatti appena avvenuti? C'era nervosismo, attesa di notizie mentre qualcuno, in telecronaca diretta, faceva immaginare che da un momento all'altro potesse scoppiare una vera e propria rivolta. Al solito, c'era un capopopolo, capotifosi, chiamatelo come vi pare, che era seduto sulla cancellata. Quello normalmente è il posto di questa gente alla quale è stata, chissà da chi, commissionata l'incombenza di governare il tifo. A quel punto, l'idea geniale: diciamo al capitano del Napoli di andare sotto la curva e rassicurare i tifosi sulle condizioni del ferito. Cosa che, senza entusiasmo per la verità, Hamsik ha fatto. Il capotifoso è stato invitato a scendere in campo e a quel punto si è visto che indossava una maglietta con le parole: 'Speziale libero' sul davanti e 'libertà per gli ultras' sulla schiena. Una maglietta che da anni indossano, colpevolmente, per carità, tutti i capitifoso. Ha anche un nome da battaglia, quest'uomo: Genny 'a carogna. Contemporaneamente, e questo è stato un fatto gravissimo, piovevano in campo dalla curva centinaia di mortaretti, uno dei quali scoppiava vicino alle orecchie di un vigile del fuoco. Hamsik rassicurava Genny, a quanto rivela Repubblica con firme di giornalisti non di Napoli, gli avrebbe anche detto: cantavano nell'800 quelli che, senza motivo, venivano incarcerati. Questo dovrebbe diventare il vero slogan dei napoletani, che non devono più rispondere alla violenza con la violenza. Tornando a noi, dopo che il Napoli ha vinto la coppa, si sono scatenati tutti. I cronisti Rai che continuavano a parlare con superficialità della situazione e tutti i "poteri forti". Così sono arrivate le indagini, che ancora continuano e chissà fino a quando continueranno (anche stamane i cronisti erano in Questura per seguire gli avvenimenti), a Genny sono stati affibbiati 5 anni di Daspo, il campo del Napoli rischia pesanti squalifiche, il ministro Alfano dice che questa storia deve finire, come se fino a ieri avesse interpretato il personaggio della bella addormentata nel bosco. E' intervenuto Napolitano, Renzi, mancava solo la Sacra Famiglia, con religioso rispetto parlando. Napoli è sotto accusa, è la città più cattiva, più prepotente, più violenta di Napoli. Qualche personaggio politico, come l'ex comico, cavalca la tigre e dice che è morta la democrazia, qualche altro, dimenticando la canzoncina intonata anche da lui, (sciogliete i cani, sono arrivati i napoletani, son colerosi, terremotati e col sapone non si sono mai lavati) è addirittura apparso a Napoli, come sottile provocazione, e ne è stata cacciato dai neoborbonici, che avevano tutte la ragioni del mondo per farlo. Andiamo avanti così, le nefandezze le commettiamo tutte noi, siamo noi a sparare, noi a provocare. Sky è tutta felice perché sta per iniziare il suo nuovo programma, "Gomorra", sul suo nuovo canale e così si sporca anche il nome di un nostro eroe, Roberto Saviano. In tutto questo, succede che il Napoli torna in campo e, quasi vergognandosi, strapazza il derelitto Cagliari. Ora mi chiedo e vi chiedo: lo striscione inneggiante a Superga è normale? I cori che invocano il fuoco del Vesuvio sui napoletani sono normali? E' normale che una città sia odiata a tal punto che quei cori si sentono anche al Sud? Di tutto questo, ringrazio e distintamente saluto i veri colpevoli. Che, è un piacere dirlo, non abitano fra noi... A meno che non si tratti di delinquenti. Ma quelli, amici miei, li trovate in tutto il mondo...
Rosario Pastore
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
08/05/2014 - 00:22
NAPOLI - Chi ha seguito Napoli-Cagliari da casa, come me e tanti altri, ha avuto l'impressione che si stesse assistendo a uno spettacolo surreale. Pochi incitamenti, poche manifestazioni di gioia ai gol della squadra azzurra, anche i festeggiamenti per una coppa conquistata con enorme merito erano stati condotti in tono sommesso, quasi fosse una vergogna. A questo Napoli e il suo pubblico, fra i più entusiasti d'Italia, sono stati condotti da una situazione surreale. Tutto era cominciato (come sappiamo benissimo), dal fatto che, nello scegliere il percorso verso l'Olimpico che i tifosi napoletani dovevano fare, non si è tenuto conto della presenza, in quella zona, di certi individui già noti alla Questura e colpiti da Daspo. C'è stato il lancio di mortaretti, la reazione, i colpi di pistola, un ferito portato in ospedale in condizioni gravissime. Volete che, prima della partita, l'atmosfera nell'impianto romano non risentisse dei fatti appena avvenuti? C'era nervosismo, attesa di notizie mentre qualcuno, in telecronaca diretta, faceva immaginare che da un momento all'altro potesse scoppiare una vera e propria rivolta. Al solito, c'era un capopopolo, capotifosi, chiamatelo come vi pare, che era seduto sulla cancellata. Quello normalmente è il posto di questa gente alla quale è stata, chissà da chi, commissionata l'incombenza di governare il tifo. A quel punto, l'idea geniale: diciamo al capitano del Napoli di andare sotto la curva e rassicurare i tifosi sulle condizioni del ferito. Cosa che, senza entusiasmo per la verità, Hamsik ha fatto. Il capotifoso è stato invitato a scendere in campo e a quel punto si è visto che indossava una maglietta con le parole: 'Speziale libero' sul davanti e 'libertà per gli ultras' sulla schiena. Una maglietta che da anni indossano, colpevolmente, per carità, tutti i capitifoso. Ha anche un nome da battaglia, quest'uomo: Genny 'a carogna. Contemporaneamente, e questo è stato un fatto gravissimo, piovevano in campo dalla curva centinaia di mortaretti, uno dei quali scoppiava vicino alle orecchie di un vigile del fuoco. Hamsik rassicurava Genny, a quanto rivela Repubblica con firme di giornalisti non di Napoli, gli avrebbe anche detto: cantavano nell'800 quelli che, senza motivo, venivano incarcerati. Questo dovrebbe diventare il vero slogan dei napoletani, che non devono più rispondere alla violenza con la violenza. Tornando a noi, dopo che il Napoli ha vinto la coppa, si sono scatenati tutti. I cronisti Rai che continuavano a parlare con superficialità della situazione e tutti i "poteri forti". Così sono arrivate le indagini, che ancora continuano e chissà fino a quando continueranno (anche stamane i cronisti erano in Questura per seguire gli avvenimenti), a Genny sono stati affibbiati 5 anni di Daspo, il campo del Napoli rischia pesanti squalifiche, il ministro Alfano dice che questa storia deve finire, come se fino a ieri avesse interpretato il personaggio della bella addormentata nel bosco. E' intervenuto Napolitano, Renzi, mancava solo la Sacra Famiglia, con religioso rispetto parlando. Napoli è sotto accusa, è la città più cattiva, più prepotente, più violenta di Napoli. Qualche personaggio politico, come l'ex comico, cavalca la tigre e dice che è morta la democrazia, qualche altro, dimenticando la canzoncina intonata anche da lui, (sciogliete i cani, sono arrivati i napoletani, son colerosi, terremotati e col sapone non si sono mai lavati) è addirittura apparso a Napoli, come sottile provocazione, e ne è stata cacciato dai neoborbonici, che avevano tutte la ragioni del mondo per farlo. Andiamo avanti così, le nefandezze le commettiamo tutte noi, siamo noi a sparare, noi a provocare. Sky è tutta felice perché sta per iniziare il suo nuovo programma, "Gomorra", sul suo nuovo canale e così si sporca anche il nome di un nostro eroe, Roberto Saviano. In tutto questo, succede che il Napoli torna in campo e, quasi vergognandosi, strapazza il derelitto Cagliari. Ora mi chiedo e vi chiedo: lo striscione inneggiante a Superga è normale? I cori che invocano il fuoco del Vesuvio sui napoletani sono normali? E' normale che una città sia odiata a tal punto che quei cori si sentono anche al Sud? Di tutto questo, ringrazio e distintamente saluto i veri colpevoli. Che, è un piacere dirlo, non abitano fra noi... A meno che non si tratti di delinquenti. Ma quelli, amici miei, li trovate in tutto il mondo...
Rosario Pastore
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