IL SUPER PENSIERO
IL SUPER PENSIERO - Rosario Pastore: "Viva l'arbitro Tagliavento"
24.03.2014 23:33 di Napoli Magazine

NAPOLI - Lo giuro: quando alla vigilia avevo appreso il nome dell'arbitro designato per Napoli-Fiorentina, ho tremato. Conosco benissimo il signor Tagliavento e la sua direzione di gara mi ha confermato che ci troviamo al cospetto di uno degli arbitri peggiori in Italia. Questo signore non dirige in malafede, è proprio così, uno che vuol atteggiarsi a protagonista. Insomma, una sciagura. E, pensate, è un "internazionale", uno che viene convocato per dirigere le partite all'estero. Non è un caso che lo Special One degli allenatori, Mourinho, dopo una gara arbitrata da costui, mostrò alle telecamere il famosissimo gesto delle manette. Tagliavento ha condizionato Napoli-Fiorentina. Con decisioni gravissime e con atteggiamenti che dovrebbero indurre l'Aia a retrocederlo come l'ultimo dei guardalinee di serie B. Il Napoli stava dimostrando una superiorità stratosferica, il gol era nell'aria, da un momento all'altro mi aspettavo la zampata vimcente. La Fiorentina? Si limitava a tener palla il più possibile e ad impostare qualche rarissimo contropiede, sempre sventato dai due centrali (complimenti a Henrique e Albiol) e da Reina. Poi, il primo pasticcio di Tagliavento. C'era stato un fallo su Gomez e l'arbitro aveva dato a tutto il mondo l'impressione di voler fermare il gioco, addirittura attardandosi a discuterne con Albiol. Ma l'azione era proseguita, Bakic si gettava sulla palla e Ghoulam lo buttava giù. Per Tagliavento era una chiara occasione da gol e, pressato dai viola, tirava fuori il cartellino rosso. Che fosse una chiara occasione da gol è tutto da dimostrare, perché almeno un altro difensore avrebbe potuto intervenire. Ma no, l'arbitro è stato inflessibile e il terzino algerino (peraltro, mediocre la sua partita fino a quel momento, ma questo ovviamente non vuole dire niente) doveva prendere la via degli spogliatoi. A quel punto ti aspetti che il Napoli cerchi di tenersi stretto il pareggio, un risultato che avrebbe lasciato la Fiorentina a 10 punti. Niente da fare. Gli azzurri hanno continuato ad attaccare e la squadra viola pareva sempre più frastornata da questo atteggiamento. Ma questo non è un periodo favorevole. Proprio come è successo giovedì scorso, pareva che la fortuna, tanto prodiga a Torino, avesse deciso di riprendersi con gli interessi le sue benefiche concessioni. Una maledetta scalogna, la palla trovava o un Neto che pareva l'erede diretto di Zamora o leggerissime imprecisioni che finivano per concludersi sul fondo. Come in occasione del tiro di Inler, per esempio: una botta a colpo sicuro deviato all'ultimo momento, o quella punizione di Insigne finita di pochissimo alta, anche con la complicità di Neto. A proposito di questa punizione, va detto che era stata guadagnata dallo stesso Lorenzinho, buttato giù senza pietà al limite dell'area, dopo una lunga sgroppata. Ma questa volta, guarda un pò, Tagliavento non ravvisava gli estremi della chiara occasione da gol. Due pesi e due misure che hanno contraddistinto tutto l'arbitraggio di questo distrattone che ha sbagliato professione, purtroppo per noi. Un altro episodio? Il brutto fallo su Mertens, costretto ad uscire per un brutto infortunio alla caviglia su decisa e cattiva entrata di un difensore avversario e per il quale Benitez ha dovuto cambiare per l'ennesima volta impostazione. Il fallo era chiarissimo, ma il grande Tagliavento, mentre ancora Mertens si rotolava per il dolore, ha girato le spalle, dirigendosi verso il centrocampo. Tanto, a lui che gliene fregava? Ora, sia chiaro, la sconfitta del Napoli non si chiama solo Tagliavento. Non è colpa sua se il Napoli ha sbagliato tanto, se non riesce più ad inquadrare lo specchio della porta avversaria. Per il resto, Benitez fa quello che può con la merce che ha. Continuo a pensare che se il duo De Laurentiis-Bigon non si fosse fatto soffiare da sotto il naso Nainggolan, lasciando che la Roma vincesse a mani basse la gara furbescamente indetta da Cellino, avrebbe fatto un preziosissimo acquisto, di grande utilità a centrocampo. E invece questo reparto anche ieri non è uscito esente da critiche. Benitez ha avuto qualche tentennamento anche quando si è trattato di inserire Behrami, che, con una squadra in inferiorità numerica, sarebbe stato preziosissimo. Così come ancora non comprendo la sostituzione di Higuain, che io terrei in campo anche se lo vedessi boccheggiare in debito d'ossigeno. Per fortuna, il tecnico ci ha risparmiato Zapata che, sì, è vero, ha segnato il gol del pareggio contro il Porto, ma che è uno che dev'essere al più presto mandato a farsi un pò d'esperienza altrove. Non ci ha risparmiato, invece, dopo l'uscita del povero Mertens, quell'altro capolavoro che è Pandev, da troppe giornate la brutta copia del macedone che tante belle soddisfazioni ci aveva dato in altri periodi. Insomma, fra giovedì e domenica, due partite da cercare di dimenticare al più presto. Mentre continuo a chiedermi che cosa sia veramente accaduto ad Hamsik. Tacere e giocare così non fa bene né a lui né, tantomeno, a noi. Infine, un'ultima annotazione. Non ci siamo fatti mancare niente. Neanche la solita, odiosa telecronaca a sfavore dei giornalisti di Sky.





Rosario Pastore



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24/03/2014 - 23:33

NAPOLI - Lo giuro: quando alla vigilia avevo appreso il nome dell'arbitro designato per Napoli-Fiorentina, ho tremato. Conosco benissimo il signor Tagliavento e la sua direzione di gara mi ha confermato che ci troviamo al cospetto di uno degli arbitri peggiori in Italia. Questo signore non dirige in malafede, è proprio così, uno che vuol atteggiarsi a protagonista. Insomma, una sciagura. E, pensate, è un "internazionale", uno che viene convocato per dirigere le partite all'estero. Non è un caso che lo Special One degli allenatori, Mourinho, dopo una gara arbitrata da costui, mostrò alle telecamere il famosissimo gesto delle manette. Tagliavento ha condizionato Napoli-Fiorentina. Con decisioni gravissime e con atteggiamenti che dovrebbero indurre l'Aia a retrocederlo come l'ultimo dei guardalinee di serie B. Il Napoli stava dimostrando una superiorità stratosferica, il gol era nell'aria, da un momento all'altro mi aspettavo la zampata vimcente. La Fiorentina? Si limitava a tener palla il più possibile e ad impostare qualche rarissimo contropiede, sempre sventato dai due centrali (complimenti a Henrique e Albiol) e da Reina. Poi, il primo pasticcio di Tagliavento. C'era stato un fallo su Gomez e l'arbitro aveva dato a tutto il mondo l'impressione di voler fermare il gioco, addirittura attardandosi a discuterne con Albiol. Ma l'azione era proseguita, Bakic si gettava sulla palla e Ghoulam lo buttava giù. Per Tagliavento era una chiara occasione da gol e, pressato dai viola, tirava fuori il cartellino rosso. Che fosse una chiara occasione da gol è tutto da dimostrare, perché almeno un altro difensore avrebbe potuto intervenire. Ma no, l'arbitro è stato inflessibile e il terzino algerino (peraltro, mediocre la sua partita fino a quel momento, ma questo ovviamente non vuole dire niente) doveva prendere la via degli spogliatoi. A quel punto ti aspetti che il Napoli cerchi di tenersi stretto il pareggio, un risultato che avrebbe lasciato la Fiorentina a 10 punti. Niente da fare. Gli azzurri hanno continuato ad attaccare e la squadra viola pareva sempre più frastornata da questo atteggiamento. Ma questo non è un periodo favorevole. Proprio come è successo giovedì scorso, pareva che la fortuna, tanto prodiga a Torino, avesse deciso di riprendersi con gli interessi le sue benefiche concessioni. Una maledetta scalogna, la palla trovava o un Neto che pareva l'erede diretto di Zamora o leggerissime imprecisioni che finivano per concludersi sul fondo. Come in occasione del tiro di Inler, per esempio: una botta a colpo sicuro deviato all'ultimo momento, o quella punizione di Insigne finita di pochissimo alta, anche con la complicità di Neto. A proposito di questa punizione, va detto che era stata guadagnata dallo stesso Lorenzinho, buttato giù senza pietà al limite dell'area, dopo una lunga sgroppata. Ma questa volta, guarda un pò, Tagliavento non ravvisava gli estremi della chiara occasione da gol. Due pesi e due misure che hanno contraddistinto tutto l'arbitraggio di questo distrattone che ha sbagliato professione, purtroppo per noi. Un altro episodio? Il brutto fallo su Mertens, costretto ad uscire per un brutto infortunio alla caviglia su decisa e cattiva entrata di un difensore avversario e per il quale Benitez ha dovuto cambiare per l'ennesima volta impostazione. Il fallo era chiarissimo, ma il grande Tagliavento, mentre ancora Mertens si rotolava per il dolore, ha girato le spalle, dirigendosi verso il centrocampo. Tanto, a lui che gliene fregava? Ora, sia chiaro, la sconfitta del Napoli non si chiama solo Tagliavento. Non è colpa sua se il Napoli ha sbagliato tanto, se non riesce più ad inquadrare lo specchio della porta avversaria. Per il resto, Benitez fa quello che può con la merce che ha. Continuo a pensare che se il duo De Laurentiis-Bigon non si fosse fatto soffiare da sotto il naso Nainggolan, lasciando che la Roma vincesse a mani basse la gara furbescamente indetta da Cellino, avrebbe fatto un preziosissimo acquisto, di grande utilità a centrocampo. E invece questo reparto anche ieri non è uscito esente da critiche. Benitez ha avuto qualche tentennamento anche quando si è trattato di inserire Behrami, che, con una squadra in inferiorità numerica, sarebbe stato preziosissimo. Così come ancora non comprendo la sostituzione di Higuain, che io terrei in campo anche se lo vedessi boccheggiare in debito d'ossigeno. Per fortuna, il tecnico ci ha risparmiato Zapata che, sì, è vero, ha segnato il gol del pareggio contro il Porto, ma che è uno che dev'essere al più presto mandato a farsi un pò d'esperienza altrove. Non ci ha risparmiato, invece, dopo l'uscita del povero Mertens, quell'altro capolavoro che è Pandev, da troppe giornate la brutta copia del macedone che tante belle soddisfazioni ci aveva dato in altri periodi. Insomma, fra giovedì e domenica, due partite da cercare di dimenticare al più presto. Mentre continuo a chiedermi che cosa sia veramente accaduto ad Hamsik. Tacere e giocare così non fa bene né a lui né, tantomeno, a noi. Infine, un'ultima annotazione. Non ci siamo fatti mancare niente. Neanche la solita, odiosa telecronaca a sfavore dei giornalisti di Sky.





Rosario Pastore



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