I Faraglioni
I FARAGLIONI, FRANCESCO PEZZELLA DA MIAMI: "LA MIA STORIA DA LIBRO CUORE"
06.04.2012 04:47 di Napoli Magazine


MIAMI (USA) - Cari amici di "Napoli Magazine", oggi sarebbe facile scatenarsi contro il Napoli e Mazzarri dopo la sconfitta di ieri a Genoa, i motivi ci sarebbero tutti ma ho deciso di impiegare il mio tempo e occupare questo spazio per raccontarvi una storia di sport autentico, lontana anni luce dalle tensioni e dagli isterismi del professionismo. E' una storia "autobiografica"... Ieri mattina ho partecipato alla Maratona di Miami in Florida, è stata la mia quinta maratona portata a termine ma non voglio scrivere per autocelebrarmi anche perché il risultato tecnico è stato tutt'altro che apprezzabile... Come a volte capita, in queste gare l'imprevisto che è sempre dietro la porta compare e ti rovina mesi di allenamento e sacrifici (sportivi). L'obiettivo era di stabilire il mio "personal best" sulla lunga distanza ma al 23° chilometro da un polpaccio arrivano segnali di cedimento (crampi) che poi si diffonderanno in tutto il resto della muscolatura... L'idea di ritirarmi non mi ha mai neanche sfiorato. La mia filosofia, non dovendo  concorrere per la medaglia olimpica ma solo per mio piacere personale, è che fin quando riesci a mettere un piede davanti all'altro bisogna continuare... Mentre mi trascinavo camminando un atleta mi sorpassa, si accorge che sono in difficoltà, torna indietro e mi dice: "Ciao, sono David, oggi ho deciso che ti aiuto a finire la maratona". Riprendo così a corricchiare alternando, seguendo scrupolosamente le sue direttive, cinquanta passi di cammino con cento di corsa. Mentre procediamo miglio dopo miglio continua a ripetermi che oggi il tempo non è importante, è importante solo finire la gara! Mi da' consigli su come e quando bere, cosa bere e cosa mangiare ai rifornimenti per alleviare le sofferenze arrecate dai crampi. Mi racconta la sua esperienza di ultramaratoneta (l'anno scorso ha partecipato e concluso una gara di 100 miglia, ossia 160 chilometri!) e qualcosa della sua vita. In pratica ho corso con un personal trainer al fianco! Arrivati al 40° chilometro passa un gruppetto  di suoi amici, mi saluta e se ne va... Io ricomincio a procedere solo al passo e incontro un atleta brasiliano, Adriano, che ha fatto la mia stessa fine, chiacchieriamo un po' e ci incamminiamo verso il traguardo molto lentamente. Al 41° vedo di nuovo David e rimango sbalordito, gli chiedo: "Cosa ci fai qui?". Mi risponde: "Sono venuto a prenderti, ti ho promesso che avremmo finito insieme la gara e io mantengo le mie promesse". In pratica aveva accompagnato i suoi amici al traguardo ma invece di tagliarlo ha fatto marcia indietro per venirmi a prendere. Io, David e Adriano riprendiamo a corricchiare e tagliamo il traguardo insieme dopo 4 ore e 37 minuti di sofferenza. La mia quinta maratona non la ricorderò certo per il risultato tecnico. Ho fallito il "presonal best" ma ho trovato un amico e soprattutto ho avuto la conferma che lo sport sa essere una grande scuola di vita. Io e David non ci eravamo mai incontrati, lui non aveva alcun obbligo nei miei confronti eppure ha deciso di rinunciare alla sua gara per aiutare me a concluderla. Sono sincero: una esperienza del genere vale molto di più di un "personal best" e oggi posso  dire che ringrazio i crampi perché se non fossero sopraggiunti non avrei vissuto una pagina di sport da libro cuore...







Francesco Pezzella



Napoli Magazine



Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com


ULTIMISSIME I FARAGLIONI
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
I FARAGLIONI, FRANCESCO PEZZELLA DA MIAMI: "LA MIA STORIA DA LIBRO CUORE"

di Napoli Magazine

06/04/2012 - 04:47


MIAMI (USA) - Cari amici di "Napoli Magazine", oggi sarebbe facile scatenarsi contro il Napoli e Mazzarri dopo la sconfitta di ieri a Genoa, i motivi ci sarebbero tutti ma ho deciso di impiegare il mio tempo e occupare questo spazio per raccontarvi una storia di sport autentico, lontana anni luce dalle tensioni e dagli isterismi del professionismo. E' una storia "autobiografica"... Ieri mattina ho partecipato alla Maratona di Miami in Florida, è stata la mia quinta maratona portata a termine ma non voglio scrivere per autocelebrarmi anche perché il risultato tecnico è stato tutt'altro che apprezzabile... Come a volte capita, in queste gare l'imprevisto che è sempre dietro la porta compare e ti rovina mesi di allenamento e sacrifici (sportivi). L'obiettivo era di stabilire il mio "personal best" sulla lunga distanza ma al 23° chilometro da un polpaccio arrivano segnali di cedimento (crampi) che poi si diffonderanno in tutto il resto della muscolatura... L'idea di ritirarmi non mi ha mai neanche sfiorato. La mia filosofia, non dovendo  concorrere per la medaglia olimpica ma solo per mio piacere personale, è che fin quando riesci a mettere un piede davanti all'altro bisogna continuare... Mentre mi trascinavo camminando un atleta mi sorpassa, si accorge che sono in difficoltà, torna indietro e mi dice: "Ciao, sono David, oggi ho deciso che ti aiuto a finire la maratona". Riprendo così a corricchiare alternando, seguendo scrupolosamente le sue direttive, cinquanta passi di cammino con cento di corsa. Mentre procediamo miglio dopo miglio continua a ripetermi che oggi il tempo non è importante, è importante solo finire la gara! Mi da' consigli su come e quando bere, cosa bere e cosa mangiare ai rifornimenti per alleviare le sofferenze arrecate dai crampi. Mi racconta la sua esperienza di ultramaratoneta (l'anno scorso ha partecipato e concluso una gara di 100 miglia, ossia 160 chilometri!) e qualcosa della sua vita. In pratica ho corso con un personal trainer al fianco! Arrivati al 40° chilometro passa un gruppetto  di suoi amici, mi saluta e se ne va... Io ricomincio a procedere solo al passo e incontro un atleta brasiliano, Adriano, che ha fatto la mia stessa fine, chiacchieriamo un po' e ci incamminiamo verso il traguardo molto lentamente. Al 41° vedo di nuovo David e rimango sbalordito, gli chiedo: "Cosa ci fai qui?". Mi risponde: "Sono venuto a prenderti, ti ho promesso che avremmo finito insieme la gara e io mantengo le mie promesse". In pratica aveva accompagnato i suoi amici al traguardo ma invece di tagliarlo ha fatto marcia indietro per venirmi a prendere. Io, David e Adriano riprendiamo a corricchiare e tagliamo il traguardo insieme dopo 4 ore e 37 minuti di sofferenza. La mia quinta maratona non la ricorderò certo per il risultato tecnico. Ho fallito il "presonal best" ma ho trovato un amico e soprattutto ho avuto la conferma che lo sport sa essere una grande scuola di vita. Io e David non ci eravamo mai incontrati, lui non aveva alcun obbligo nei miei confronti eppure ha deciso di rinunciare alla sua gara per aiutare me a concluderla. Sono sincero: una esperienza del genere vale molto di più di un "personal best" e oggi posso  dire che ringrazio i crampi perché se non fossero sopraggiunti non avrei vissuto una pagina di sport da libro cuore...







Francesco Pezzella



Napoli Magazine



Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com