I Faraglioni
I FARAGLIONI: "NAPOLI, SERVE ADRENALINA!"
06.04.2012 04:47 di Napoli Magazine


CAPRI (NAPOLI) - Non sono Mario Sconcerti ma nei miei modesti interventi su "Napoli Magazine" e in tv mi sto interrogando e soffermando da un po' di tempo sulla figura di Walter Mazzarri. Ultimamente lo vedo troppo tranquillo, da un bel pezzo non litiga più con i giornalisti, neanche con quelli della stampa locale che magari gli chiedevano spiegazioni per qualche sostituzione o alcuni presunti errori. La tranquillità, a mio avviso, può venire soltanto dalla consapevolezza di essere certo del proprio futuro. Il secondo segnale che ho raccolto e' il seguente: le sollecitazioni di Mazzarri, vero fiore all'occhiello di una squadra sempre fedele al proprio condottiero (sanguigno e "ncazzoso"), hanno sempre fatto reagire gli elementi in rosa; purtroppo ultimamente proprio il carattere e l'adrenalina, caratteristiche essenziali del gruppo "mazzarriano", si stanno vedendo poco. Il Napoli, si sa, e' una squadra che se non gioca oltre il massimo delle proprie possibilità, carica appunto di adrenalina, va incontro a brutte figure. Gli stimoli e le emozioni questa formazione li trova contro le grandi e nei grandi appuntamenti. Emozioni che, è sotto gli occhi di tutti, nascono dall'interno, sono stimoli endogeni. Il fattore Mazzarri va rigenerato, qualunque sia il suo destino. La sua storia a Napoli lo consacrerà, per quello che ha fatto finora, tra i tecnici che hanno lasciato un segno indelebile. Credo che sia chiaro a tutti che non ci saranno scossoni, mosse o strappi violenti a sopresa, dato che non converrebbe a nessuno. Si andrà avanti fino a fine stagione per poi capire il processo di crescita a che punto sarà arrivato in un clima di massima serenita'. Chi vorrebbe che non andasse mai via deve pensare prima di tutto che non sarebbe una catastrofe e che il calcio italiano non si presta facilmente a lunghe storie d'amore in panchina. Il divorzio fa parte delle leggi della natura calcistica. La media di permanenza di un tecnico alla guida di una squadra difficilmente raggiunge i tre anni, a volte nonostante le vittorie e i successi si finisce per salutarsi lo stesso e la vicenda Mourinho-Inter ce lo insegna. Chi invece non aspetta altro che se ne vada dovrà pur considerare che quando si cambia allenatore il rischio che gli effetti siano meno soddisfacenti delle aspettative è forte quindi anche in questo caso non sarei cosi' precipitoso. Riflessioni a parte, forti di un contratto che comunque scade a giugno 2013, cio' che conta e' il presente. Mazzarri e la squadra necessitano del sostegno necessario per chiudere la stagione nel migliore dei modi: un'annata che vede impegnato il Napoli su tre fronti va sostenuta fino alla fine, senza se e senza ma





Francesco Pezzella



Napoli Magazine



Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com


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06/04/2012 - 04:47


CAPRI (NAPOLI) - Non sono Mario Sconcerti ma nei miei modesti interventi su "Napoli Magazine" e in tv mi sto interrogando e soffermando da un po' di tempo sulla figura di Walter Mazzarri. Ultimamente lo vedo troppo tranquillo, da un bel pezzo non litiga più con i giornalisti, neanche con quelli della stampa locale che magari gli chiedevano spiegazioni per qualche sostituzione o alcuni presunti errori. La tranquillità, a mio avviso, può venire soltanto dalla consapevolezza di essere certo del proprio futuro. Il secondo segnale che ho raccolto e' il seguente: le sollecitazioni di Mazzarri, vero fiore all'occhiello di una squadra sempre fedele al proprio condottiero (sanguigno e "ncazzoso"), hanno sempre fatto reagire gli elementi in rosa; purtroppo ultimamente proprio il carattere e l'adrenalina, caratteristiche essenziali del gruppo "mazzarriano", si stanno vedendo poco. Il Napoli, si sa, e' una squadra che se non gioca oltre il massimo delle proprie possibilità, carica appunto di adrenalina, va incontro a brutte figure. Gli stimoli e le emozioni questa formazione li trova contro le grandi e nei grandi appuntamenti. Emozioni che, è sotto gli occhi di tutti, nascono dall'interno, sono stimoli endogeni. Il fattore Mazzarri va rigenerato, qualunque sia il suo destino. La sua storia a Napoli lo consacrerà, per quello che ha fatto finora, tra i tecnici che hanno lasciato un segno indelebile. Credo che sia chiaro a tutti che non ci saranno scossoni, mosse o strappi violenti a sopresa, dato che non converrebbe a nessuno. Si andrà avanti fino a fine stagione per poi capire il processo di crescita a che punto sarà arrivato in un clima di massima serenita'. Chi vorrebbe che non andasse mai via deve pensare prima di tutto che non sarebbe una catastrofe e che il calcio italiano non si presta facilmente a lunghe storie d'amore in panchina. Il divorzio fa parte delle leggi della natura calcistica. La media di permanenza di un tecnico alla guida di una squadra difficilmente raggiunge i tre anni, a volte nonostante le vittorie e i successi si finisce per salutarsi lo stesso e la vicenda Mourinho-Inter ce lo insegna. Chi invece non aspetta altro che se ne vada dovrà pur considerare che quando si cambia allenatore il rischio che gli effetti siano meno soddisfacenti delle aspettative è forte quindi anche in questo caso non sarei cosi' precipitoso. Riflessioni a parte, forti di un contratto che comunque scade a giugno 2013, cio' che conta e' il presente. Mazzarri e la squadra necessitano del sostegno necessario per chiudere la stagione nel migliore dei modi: un'annata che vede impegnato il Napoli su tre fronti va sostenuta fino alla fine, senza se e senza ma





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