I Faraglioni
I FARAGLIONI: "PRESIDE', RISPOLVERA IL REFRAIN "CACC' E SORD" NON APPENA SI PRESENTERANNO GLI AVVOLTOI"
06.04.2012 04:47 di Napoli Magazine


CAPRI (NAPOLI) - Cari amici di "Napoli Magazine", De Laurentiis ha ragione: la crescita deve essere graduale, un anno può andare bene, un altro meno bene. L'importante è procedere per gradi e costantemente. Ha ragione, però non considera che il calcio non è una attività imprenditoriale come le altre. La programmazione si può e si deve fare ma serve anche quel pizzico di "ragionata follia" per tenere sempre alto il livello di passione dell'ambiente. Sappiamo benissimo che il tifoso oggi ti eleva al cielo se le cose vanno bene e domani è pronto a sotterrarti se le cose vanno male. Succede ovunque. Nel calcio non conta mai quello che si è fatto, conta solo il presente, contano i risultati. Non si vive di rendita. E' la dura legge dello sport. Per questo il presidente dovrebbe comprendere che ormai il Napoli è arrivato al punto in cui non è più procrastinabile il salto di qualità definitivo. A questa società non occorre molto. Una strategia improntata all'ossimoro della "ragionata follia" è possibile. Come? Intanto blindando i gioielli, così come si sta iniziando a fare, con contratti adeguati perché calciatori come Lavezzi, Hamsik e Cavani fanno gola a tanti. Avete mai visto un braccio di ferro tra un giocatore e una società che ha visto uscire vincitore il primo? Nelle rare volte in cui è successo il danno della permanenza di un atleta scontento è stato di gran lunga peggiore di ciò che avrebbe provocato la cessione. In termini economici e in termini di rendimento. Dopo una Champions così, alle orecchie dei nostri beniamini arriveranno le offerte più disparate, dai russi agli inglesi per finire con gli spagnoli e i francesi. I soldi in giro ci sono, alla faccia della crisi mondiale. Chi li ha li spende come vuole. De Laurentiis ha dalla sua parte una grande capacità di monetizzare tutto il possibile ed alle spalle una tifoseria che rappresenta una garanzia di introiti costanti, duraturi e in quantità abbondante. Non bisogna, dunque, avere il timore di investire, di alzare l'asticella degli ingaggi, di prendere giocatori affermati. Perché il pubblico napoletano risponderà sempre e i soldi ci saranno sempre. Finora la società si è brillantemente autogestita generando risorse per sé e per gli altri. Questo è avvenuto grazie al fiuto e alla capacità imprenditoriale di De Laurentiis ma è stato possibile solo perché il tifoso napoletano per amore ha versato fiumi di denaro nelle casse del club. Questa è una condizione che non verrà mai a mancare a patto che si mantenga alto il livello di attenzione. L'assuefazione e l'abitudine sono le peggiori nemiche della crescita. Abbiamo già sperimentato in passato gli effetti del dopo Maradona. Prima dei sette anni di successi, lo stadio San Paolo si riempiva ad ogni partita, anche la più insignificante. C'era il miraggio di conquistare qualcosa. Una volta raggiunto l'obiettivo, la passione è rimasta sempre alta ma il fuoco lentamente si è spento fino al punto di essere arrivati al fallimento per colpa di chi non ha saputo creare gli strumenti per restare in cima. Questi strumenti De Laurentiis li ha creati, li utilizzi per tenere sempre vivo il rapporto di coppia tra il Napoli e i suoi tifosi. Viceversa si corre il rischio di entrare nell'assuefazione e nello scadimento della passione con una inevitabile fase di recessione che impoverirebbe il club. Questo non deve accadere. Il Napoli merita di raggiungere vette mai raggiunte prima e di restare in alto sempre! Presidé, come ha sempre affermato, Cavani, Lavezzi e Hamsik non si toccano perciò, in vista del futuro, si tenga pronto a rispolverare quel simpatico refrain "Cacc' e sord" che qualche tempo fa utilizzò in radio



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Francesco Pezzella



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Il refrain di De Laurentiis

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06/04/2012 - 04:47


CAPRI (NAPOLI) - Cari amici di "Napoli Magazine", De Laurentiis ha ragione: la crescita deve essere graduale, un anno può andare bene, un altro meno bene. L'importante è procedere per gradi e costantemente. Ha ragione, però non considera che il calcio non è una attività imprenditoriale come le altre. La programmazione si può e si deve fare ma serve anche quel pizzico di "ragionata follia" per tenere sempre alto il livello di passione dell'ambiente. Sappiamo benissimo che il tifoso oggi ti eleva al cielo se le cose vanno bene e domani è pronto a sotterrarti se le cose vanno male. Succede ovunque. Nel calcio non conta mai quello che si è fatto, conta solo il presente, contano i risultati. Non si vive di rendita. E' la dura legge dello sport. Per questo il presidente dovrebbe comprendere che ormai il Napoli è arrivato al punto in cui non è più procrastinabile il salto di qualità definitivo. A questa società non occorre molto. Una strategia improntata all'ossimoro della "ragionata follia" è possibile. Come? Intanto blindando i gioielli, così come si sta iniziando a fare, con contratti adeguati perché calciatori come Lavezzi, Hamsik e Cavani fanno gola a tanti. Avete mai visto un braccio di ferro tra un giocatore e una società che ha visto uscire vincitore il primo? Nelle rare volte in cui è successo il danno della permanenza di un atleta scontento è stato di gran lunga peggiore di ciò che avrebbe provocato la cessione. In termini economici e in termini di rendimento. Dopo una Champions così, alle orecchie dei nostri beniamini arriveranno le offerte più disparate, dai russi agli inglesi per finire con gli spagnoli e i francesi. I soldi in giro ci sono, alla faccia della crisi mondiale. Chi li ha li spende come vuole. De Laurentiis ha dalla sua parte una grande capacità di monetizzare tutto il possibile ed alle spalle una tifoseria che rappresenta una garanzia di introiti costanti, duraturi e in quantità abbondante. Non bisogna, dunque, avere il timore di investire, di alzare l'asticella degli ingaggi, di prendere giocatori affermati. Perché il pubblico napoletano risponderà sempre e i soldi ci saranno sempre. Finora la società si è brillantemente autogestita generando risorse per sé e per gli altri. Questo è avvenuto grazie al fiuto e alla capacità imprenditoriale di De Laurentiis ma è stato possibile solo perché il tifoso napoletano per amore ha versato fiumi di denaro nelle casse del club. Questa è una condizione che non verrà mai a mancare a patto che si mantenga alto il livello di attenzione. L'assuefazione e l'abitudine sono le peggiori nemiche della crescita. Abbiamo già sperimentato in passato gli effetti del dopo Maradona. Prima dei sette anni di successi, lo stadio San Paolo si riempiva ad ogni partita, anche la più insignificante. C'era il miraggio di conquistare qualcosa. Una volta raggiunto l'obiettivo, la passione è rimasta sempre alta ma il fuoco lentamente si è spento fino al punto di essere arrivati al fallimento per colpa di chi non ha saputo creare gli strumenti per restare in cima. Questi strumenti De Laurentiis li ha creati, li utilizzi per tenere sempre vivo il rapporto di coppia tra il Napoli e i suoi tifosi. Viceversa si corre il rischio di entrare nell'assuefazione e nello scadimento della passione con una inevitabile fase di recessione che impoverirebbe il club. Questo non deve accadere. Il Napoli merita di raggiungere vette mai raggiunte prima e di restare in alto sempre! Presidé, come ha sempre affermato, Cavani, Lavezzi e Hamsik non si toccano perciò, in vista del futuro, si tenga pronto a rispolverare quel simpatico refrain "Cacc' e sord" che qualche tempo fa utilizzò in radio



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